Gallignani investe su se stesso. A 360 gradi. In termini di strutture e di prodotto. Le prime sono state ampliate con la creazione di un nuovo stabilimento, il secondo sta vivendo una ristrutturazione progettuale che porterà all'unificazione dei gruppi di raccolta, taglio e legatura e ad ampliamenti di gamma 

 

Lo aveva promesso nel luglio scorso e nonostante il difficile momento economico che sta attraversando il settore ha mantenuto fede alla parola data. Puntuale come un orologio svizzero Gallignani ha infatti completato sia il nuovo stabilimento in cui concentrerà la produzione Sigma 4 sia la riprogettazione delle sue rotoimballatrici, macchine che d'ora in avanti saranno basate su una piattaforma comune a livello di gruppi di raccolta, taglio e legatura.

Lo stabilimento occupa un'area di circa 15 mila metri quadrati cinque mila 200 dei quali coperti e mille dedicati agli uffici. Ubicato a fianco dell'attuale stabilimento di russi permetterà al gruppo di disporre di un polo produttivo integrato e di elevata funzionalità garantendo anche gli spazi necessari per far fronte a una futura espansione commerciale.

Gallignani non fa mistero in effetti di voler accrescere le proprie quote di mercato in tutto il mondo e proprio in tale ottica si inquadra la nuova struttura che sarà attrezzata con le più moderne metodologie di costruzione, in primis le due linee flessibili e robotizzate di saldatura preposte alla realizzazione dei profilati metallici necessari per dar corpo ai bracci dei caricatori.

Questi ultimi, sulla serie "Eron", sono a sezione rettangolare con la piastra esterna di lamiera cui si abbina un profilato a "C" mentre sui modelli "Gold", "Titanium" e "Steel" la sezione è di tipo monoscocca, un solo foglio di lamiera piegato su se stesso e saldato nella parte inferiore. Tutti i lamierati sono di acciaio ad alta resistenza e tutte le saldature sono certificate in termini di qualità e tenuta.

Non è un caso dunque se a soli otto anni dall'entrata in Gallignani Sigma 4 è diventata leader di mercato in Italia e si sta velocemente imponendo anche sui mercati esteri, penetrazione peraltro favorita anche da una gamma che si compone di quasi 30 diversi modelli, quindi in grado di equipaggiare a qualsiasi tipo di trattore, e che si offre con i contenuti tecnici più attuali, dalle connettori multipli a innesto rapido serie "Flash" agli ammortizzatori anti shock alla quarta posizione flottante.

Disponibili inoltre anche sistemi di autolivellamento meccanici o idraulici e una larga serie di attrezzi tutti installabili in maniera rapida e diretta, a tratti, cioè quando l'attrezzo non prevede parti mobili, senza neanche dover scendere dal trattore.

Belli anche esteticamente i caricatori Sigma 4 sono comunque solo una parte della produzione Gallignani il cui zoccolo duro è e resta incentrato sulle rotopresse, prodotto che la Casa offre in decine di versioni e che, unico costruttore in tutto il mondo, propone anche in configurazioni quanto mai variegate a livello di sistemi di pressatura, infaldatori, legatori e gruppi di taglio. Le macchine sono in effetti disponibili sia in versione a camera fissa sia in allestimento a camera variabile, con queste ultime che ormai dominano il mercato risultando vendute in misura di sei su dieci, dispongono di tre possibili pick up, altrettanti sistemi di legatura, due sistemi di taglio e tre centraline di controllo.

 

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Due note di stampo economico. L'investimento avanzato da Gallignani per realizzare il nuovo stabilimento è stato di circa tre milioni e 800 euro cui va aggiunto un ulteriore milione e 700 mila euro di attrezzature e allestimenti produttivi. Il Gruppo è di proprietà per il 70 per cento della famiglia Gallignani, per un 15 per cento di Laverda, marchio facente capo al Gruppo Argo, e per un 15 per cento del gruppo Agco. Ogni anno investe il cinque per cento circa del proprio fatturato in ricerca e sviluppo e proprio in tale ottica sta anche lavorando per adeguare i sistemi di controllo delle sue presse di classe alta ai protocolli di comunicazione isobus oggi normalizzati a livello internazionale per permettere un dialogo diretto fra il computer di bordo del trattore e la centralina di governo della pressa. 

 

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Tratto da Macchine Trattori - Luglio-Agosto 2009

in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore