Agli oltre 150 agricoltori accorsi oggi, a San Michele all’Adige, ha colpito soprattutto la relazione di Hermann Gessler, il frutticoltore del lago di Costanza che ha inventato e brevettato la macchina per il diradamento dei fiori, operazione colturale che consente di ottenere una buona qualità dei frutti e una fruttificazione regolare delle piante. Un incontro, quello svoltosi oggi all’Istituto agrario, che segue quello della settimana scorsa sul dirado chimico, e promosso per illustrare ai frutticoltori l’alternativa meccanica all’uso del carbaryl, il principio attivo maggiormente utilizzato finora per diradare i frutti, che è stato tolto dal mercato nell’ambito della revisione Ue per le registrazioni degli agrofarmaci.

Al seminario, organizzato dal Centro di Trasferimento Tecnologico, intitolato “Il diradamento meccanico: un’opportunità in più per la regolazione della carica del melo” sono intervenuti anche i tecnici tedeschi del Lago di Costanza, area frutticola che vanta una lunga esperienza nell'uso di questa tecnica. “Per il futuro - ha spiegato Alberto Dorigoni dell’Istituto agrario - vista la scarsa efficacia delle molecole diradanti rimaste, andrà considerata anche l’alternativa meccanica".

La macchina diradante, che comincia a diffondersi anche nelle campagne trentine, è composta da un albero rotante montato su una struttura in metallo, sul quale sono fissati dei fili di plastica di 60 centimetri. Man mano che la trattrice avanza i fili in movimento spazzolano la chioma della pianta e asportano i fiori in eccesso. I risultati ottenuti nei diversi ambienti, dalla Germania al nord Italia, con la “spazzolatrice”, da sola o abbinata al mezzo chimico, sono molto incoraggianti e fanno prevedere un futuro luminoso per questa tecnica rispettosa dell’ambiente, adatta anche al biologico.