Per il proprio 71° compleanno, l’Apima Mantova (Associazione provinciale delle imprese di meccanizzazione agricola) si regala qualche sogno: la conferma di un ruolo da leader nell’agricoltura del futuro, uno spazio importante nel segmento delle agroenergie, la semplificazione burocratica e la definitiva inquadratura della figura dell’imprenditore agromeccanico all’interno del comparto agricolo. Lo dice chiaramente il presidente di Apima Marco Speziali, nel corso dell’assemblea annuale tenutasi domenica 15 maggio presso la splendida villa giuliesca di Corte Peron a Marmirolo. Un intervento in cui viene riconosciuto innanzitutto il sostegno delle istituzioni, in particolare della Regione Lombardia: “Grazie all’intervento fondamentale del vicepresidente del consiglio, Enzo Lucchini, abbiamo ottenuto la possibilità di edificare in aree agricole, anche se la norma andrebbe estesa non solo ai ricoveri per i mezzi agricoli, ma anche per i centri di stoccaggio, gli essiccatoi, gli uffici” - sottolinea Speziali. In seguito, le considerazioni hanno assunto però un tono più amaro, per quella forma di emarginazione patita dagli agromeccanici da parte di altre realtà e dello stesso mondo agricolo, che talvolta esclude dalle decisioni importanti i contoterzisti.
“Eppure stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento sul mercato – continua Speziali – e mai prima d’ora si rendono necessarie misure in grado di garantire stabilità e certezze ad un comparto che è determinante per la modernizzazione e l’innovazione”. Tra i problemi enfatizzati da Speziali spicca la necessità di avere il necessario riconoscimento della figura dell’imprenditore agromeccanico, il quale al momento patisce, tra color che stan sospesi, in quella via di mezzo tra artigiani e agricoltori, senza beneficiare appieno dei vantaggi di appartenere ora all’una ora all’altra categoria. Non vi è infatti solo l’edificabilità tra i punti del contendere, ma anche l’inquadramento previdenziale e l’accesso a contributi dei Piani di Sviluppo Rurale.
L’Ocm zucchero, vera Waterloo per l’agricoltura italiana, ha comportato l’assurda situazione per la quale i contoterzisti si trovano oggi di fronte all’opportunità di liberarsi si delle costose macchine da raccolta specializzate, grazie al contributo a loro concesso, ma così facendo lascerebbero privo di strumenti ciò che resta del comparto, perché senza quelle stesse macchine “rottamate” non si raccolgono nemmeno le bietole sopravvissute alla decimazione europea.
Il caro gasolio, poi, ha influito sempre più negativamente sui bilanci degli agromeccanici, i quali per i carburanti devono sborsare nel presente per incassare dagli agricoltori solo dopo qualche mese.
Anche la sicurezza sul posto di lavoro è uno dei punti caldi: sebbene Mantova registri incidenze di infortuni molto inferiori alla media nazionale, la volontà è quella di investire sempre più in termini di sicurezza. La preoccupazione degli agromeccanici è però scivolata sulle modalità da seguire per raggiungere questi obiettivi: basta una revisione forzata e immediata del parco macchine? E’ sostenibile economicamente? Può bastare un incentivo alla rottamazione delle macchine e delle attrezzature obsolete? Tutte domande che vengono poste con una certa dose di incertezza, vista la situazione economica poco rosea del comparto agricolo. Sul fronte della sicurezza nell’uso degli agrofarmaci, Confai ha infine dotato i propri associati di uno strumento utile alla gestione delle Schede di Sicurezza, grazie a un software fornito da Image Line (e sponsorizzato da Dekalb), il quale gestisce in modo razionale gli archivi delle oltre 2.000 SDS degli agrofarmaci attualmente in commercio.
Gli imprenditori agromeccanici, infine, si candidano anche per la gestione – condivisa col settore primario – delle agroenergie, le quali vengono viste come “una possibilità di reddito per le aziende e di rispetto dell’ambiente”. Ciò è stato riconosciuto anche dal presidente della Provincia Maurizio Fontanili e dal presidente nazionale della Confederazione Agromeccanici, Leonardo Bolis.
Per il futuro, quindi, Apima e Confai continueranno a lavorare per la crescita del comparto. “Qualcuno forse dovrà abbandonare il mercato – conclude Speziali – ma se la filiera agroalimentare saprà integrarci con la pari dignità di tutti gli altri attori, continueremo ad essere il motore di un’agricoltura moderna ed efficiente”.