"Gli studiosi e i politici scrissero 100 anni fa la futura bonifica. Da lì in poi è passato un secolo, vissuto con orgoglio, facendo opere importanti e strategiche per il Paese, in grado di evolversi di fronte alle sfide che cambiavano".

 

È così che il presidente dell'Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (Anbi) Francesco Vincenzi apre le celebrazioni per il centenario del Congresso per le bonifiche venete, che nel 1922 a San Donà di Piave (Ve) diede avvio alla moderna bonifica italiana; tante le iniziative promosse dall'Associazione per celebrare questa importante ricorrenza ed interrogarsi sulle sfide attuali per la difesa del suolo e la gestione della risorsa idrica.

 

"Oggi come allora - continua Vincenzi - siamo di fronte a sfide importanti, pensate alla disponibilità di cibo e alla sovranità alimentare, che la otterremo solo se sapremo trattenere la risorsa acqua, sempre più importante in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno mettendo in difficoltà la tenuta sociale ed economica del nostro territorio. Dobbiamo vincere questa sfida mettendo in sicurezza i territori fortemente urbanizzati dal consumo di suolo e in cui la risorsa idrica è sempre meno disponibile".

 

Gli eventi del centenario sono stati aperti con la presentazione del libro "La grande storia d'Italia raccontata dall'acqua", al Tempio di Adriano; il volume - scritto da Erasmo D'Angelis, Massimo Gargano e Elisabetta Novello - ripercorre fin dai primordi la storia del nostro Paese dal punto di vista della gestione dell'acqua, fiore all'occhiello dell'ingegneria italiana fin dai tempi degli antichi romani. Tappa fondamentale della storia fu il Congresso di San Donà di Piave, dal 23 al 25 marzo 1922, dove si riunirono esperti e studiosi da tutta Italia, autorevoli esperti politici (tra cui Arrigo Serpieri, don Luigi Sturzo e Silvio Trentin). In quell'occasione di 100 anni fa, venne approfondito il principio di "integralità della bonifica", cioè l'interdipendenza tra sistemazione dei bacini montani e recupero produttivo delle pianure, nonché l'importanza del coordinamento tra riassetto idrogeologico del territorio e trasformazioni fondiarie.

 

"Un'istituzione che viene dal passato e che resta tuttavia di grande attualità per le funzioni svolte sul territorio - ha osservato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in un messaggio - sia per l'approvvigionamento delle acque irrigue, che per la riduzione del rischio idrogeologico. In un momento in cui l'economia è fortemente condizionata dagli eventi bellici, e orientata verso la ripresa dall'emergenza pandemica, ritengo doveroso riconoscere il ruolo e l'impegno svolto dai Consorzi nei confronti delle politiche di adattamento e di risposta ai cambiamenti climatici".

 

In occasione della celebrazione l'Anbi ha lanciato il progetto "Terrevolute 2022", che coinvolgerà 4 Tavoli Tecnici con esperti di 13 università italiane, oltre alla rappresentanza della Cei, delle imprese, dei lavoratori dipendenti, delle associazioni ambientaliste, delle associazioni dei consumatori, delle autorità distrettuali di bacino e degli istituti pubblici di ricerca. Obiettivo dei Tavoli sarà la messa a punto di nuove Linee guida operative e istituzionali, integrandole con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

Si tratta di "un evento importante - ha detto il direttore generale dell'Anbi Massimo Gargano - perché si colloca a pieno diritto in una fase in cui, oggi come allora, è il momento di fare delle scelte. Oggi siamo nel pieno di un'economia bellica, nel pieno della lotta ai cambiamenti climatici, nel pieno della volontà, tramite la transizione ecologica, di combattere queste vicende. I consorzi di bonifica, gestendo e governando l'acqua sono in condizione di dare delle risposte al Paese, alle imprese e ai cittadini, e noi che siamo gli eredi di quel mondo ne siamo legittimamente orgogliosi".

 

"Siamo di fronte a sfide cruciali che vedono il settore irriguo tra i comparti sui quali bisognerà investire in maniera significativa - ha dichiarato il sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni - l'obiettivo deve essere quello di abbandonare la logica delle emergenze, che ha accompagnato fino ad ora gli interventi nel settore, in favore di una visione di programma e di futuro, che intercetti e favorisca i cambiamenti in atto. Il nostro compito è aumentare la risorsa irrigua disponibile, ponendo rimedio alla troppa frammentazione amministrativa che impedisce la reale fattibilità di progetti di ampio respiro. La nuova Pac e i fondi del Pnnr sono le leve strutturali e programmatiche che vedranno il comparto irriguo, e quello agroalimentare, in diretta comunicazione tra loro per produrre meglio e con maggiore efficienza".