Quanti ettari di oliveto ci sono in Italia? Dove si trovano? Hanno accesso all'acqua? Sono queste alcune delle domande a cui oggi è possibile dare una risposta grazie al progetto Olivemap, che ha avuto tra gli obiettivi quello di mappare digitalmente le aree olivicole di tre regioni focus: la Puglia, la Sicilia e la Calabria.

Per mappare gli oliveti di queste tre regioni i ricercatori del Crea, ente coordinatore del progetto, hanno impiegato immagini aeree fornite da Agea andando a disegnare, manualmente, le aree di territorio coltivate ad ulivo. Per catalogare gli appezzamenti incerti sono stati utilizzati strumenti digitali come Google street view, che permette di fare 'sopralluoghi' virtuali, oppure si è andati direttamente in campo.

"La digitalizzazione delle aree coltivate ad olivo è stata utile per avere una solida base di dati condivisi da analizzare e incrociare con le informazioni presenti in altri database", speiga ad AgroNotizie Nicola Puletti, ricercatore del Centro foreste e legno del Crea. "Con le informazioni raccolte il decisore pubblico ha tutti i dati che gli servono per pianificare opere di intervento su larga scala al fine di rilanciare il settore".
 

Uno sguardo al proprio oliveto

Chiunque può accedere al sito internet del progetto Olivemap e cliccando su 'Il web-GIS' è possibile accedere ad una mappa interattiva in cui sono visibili statistiche su base regionale e provinciale. Ma cliccando su 'utente' è anche possibile disegnare i contorni del proprio campo (o di quello del vicino) per avere delle statistiche relative alla porzione di territorio selezionato.

È possibile sapere quale porzione di territorio è coperta da olivi e anche se i campi sono potenzialmente raggiungibili da una rete idrica utile all'irrigazione delle piante.

Una schermata del sito Olivemap
Una schermata del sito Olivemap
 

Statistiche comuni per rilanciare l'olivicoltura

I ricercatori hanno stabilito dei criteri prestabiliti per identificare i campi d'olivo: superficie minima di 5mila metri quadri, larghezza minima del poligono di 20 metri, densità minima di alberi e assenza di altre colture. In questo modo è stato possibile definire che cosa si intende per oliveto e quindi 'armonizzare' i dati.

I ricercatori del Crea hanno anche integrato i dati di Olivemap con quelli presenti nella banca dati Sigrian (Sistema informativo nazionale per la gestione delle risorse idriche in agricoltura). È emerso che le aree coltivate ad olivo nelle tre regioni sono variabilmente servite dalla rete idrica: il 17% in Puglia, il 12% in Calabria e il 18% in Sicilia.

In progetto ora c'è di integrare le mappe con altre banche dati come il Sian (Sistema informativo agricolo nazionale), il sistema informativo che assicura lo svolgimento dei compiti relativi alla gestione degli adempimenti previsti dalla Pac. Nonché il Sistan (Sistema statistico nazionale), la rete di soggetti pubblici e privati che fornisce al paese e agli organismi internazionali l'informazione statistica ufficiale.
 

Le origini del progetto

Nel 2016 il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il ministero dell'Economia e delle finanze ha definito alcune "Disposizioni urgenti per il recupero del potenziale produttivo e competitivo del settore olivicolo-oleario" (decreto interministeriale del 22 luglio 2016 n. 3048, vedasi GU Serie generale n.199 del 26-08-2016). Sulla scia di tale decreto il Mipaaf ha approvato il progetto di ricerca "Mappatura dei fabbisogni di investimento e monitoraggio dell'olivicoltura italiana" (D.Dir. n. 97042 del 29 dicembre 2016).

Gli obiettivi ai quali il progetto Olivemap ha risposto sono in sintesi riconducibili alla raccolta di informazioni relative al settore olivicolo-oleario, sia in termini strettamente economici, sia per aspetti legati alla distribuzione geografica sul territorio nazionale.

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