L’olio extravergine di oliva continua a calare di prezzo sulla piazza di Bari e le giacenze in Italia seguitano ad aumentare. Intanto l’Unione europea ha autorizzato aste per l’ammasso privato incentivato con offerte provenienti da Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Malta, Portogallo e Slovenia. Ma gli effetti sono ancora flebili e di incerta decodifica. Intanto la politica in Italia ha deciso: entro 10 giorni sarà avviato il percorso per una Commissione unica nazionale per la fissazione del prezzo per l’olio extravergine di oliva.
 

Borsa Merci Bari, persi altri 10 centesimi

Il mercato dell’olio di oliva extravergine continua a dare segnali negativi. I prezzi sulla piazza di Bari continuano a scendere, anche se in frenata: 3,30 euro al chilogrammo sui minimi e 3,70 euro sui massimi sono i valori fissati ieri l’altro – 3 dicembre 2019 - dalla Borsa merci per l’extravergine “con acidità massima 0,4%”. Sono altri 10 centesimi in meno – sia sui minimi che sui massimi - rispetto al 26 novembre, quando erano riprese le quotazioni, dopo lo stop del 19 per mancato raggiungimento del numero legale. Ma si tratta di un decremento ben minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 ed il 26 novembre, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di euro 1,10 sui minimi. Dalla prima seduta dell’anno, il prezzo è letteralmente franato, perdendo il 40, 32% sui valori massimi.
 

L’ammasso privato autorizzato da Bruxelles non premia l’extravergine

E questa frenata potrebbe essere il primo timido effetto dell’apertura di una serie di quattro gare per l’ammasso privato incentivato da parte della Commissione Ue, disposta con il Regolamento di esecuzione 2019/1882 dell’8 novembre 2019. Al momento però, secondo il successivo Regolamento di esecuzione 2019/1984 del 28 novembre scorso, non sono previsti aiuti per lo stoccaggio dell’extravergine. Ma solo 83 centesimi per tonnellata al giorno per l’olio vergine di oliva e per l’olio di oliva lampante.

Il regolamento di esecuzione 2019/1882 dell’8 novembre 2019 aveva aperto gara distinta “per l’aiuto all’ammasso privato” con contratti valevoli 180 giorni di ritiro dal mercato e su lotti minimi di prodotto sfuso da 50 tonnellate per olio di oliva extra vergine; olio di oliva vergine e olio di oliva lampante. Il primo sottoperiodo per presentare offerte si è concluso il 26 novembre scorso, i prossimi avranno luogo, con scadenza alle ore 12 di Bruxelles secondo il seguente calendario:
  1. dal 12 dicembre 2019 al 17 dicembre 2019;
  2. dal 22 gennaio 2020 al 27 gennaio 2020;
  3. dal 20 febbraio 2020 al 25 febbraio 2020.


Frantoio Italia, giacenze su del 18,38% in 15 giorni

Intanto crescono ancora le giacenze in Italia: 146.712 tonnellate secondo Frantoio Italia del 1° dicembre 2019, ovvero + 18,38% rispetto a quanto rilevato solo il 15 novembre scorso. In particolare, le giacenze di olio extravergine italiano aumentano di 21.099 tonnellate, passando dalle 62.727 tonnellate del 15 novembre scorso alle 83.826 tonnellate dello scorso 1° dicembre, confermando così un trend in ascesa ormai dal 15 ottobre scorso. In particolare, in Puglia, le giacenze di olio extravergine sono cresciute tra il 15 novembre ed il 1° dicembre di 12.868 tonnellate, raggiungendo le 43.852 tonnellate.
 

Mipaaf: più Ocm e una Cun per l’olio di oliva

Ieri, 4 dicembre 2019, al Tavolo nazionale della filiera olivicolo olearia tenutosi al Mipaaf, la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova ha così sintetizzato le misure da assumersi per risollevare il settore da una crisi che appare ormai avvitata su se stessa: “Alla Commissione europea abbiamo chiesto di potenziare l’Organizzazione comune di mercato per l’olio con contributi diretti agli agricoltori per la ristrutturazione, la riconversione e l’impianto di nuovi oliveti, l’ammodernamento dei frantoi oleari. Ma anche per interventi volti alla conservazione del paesaggio, al miglioramento della sostenibilità ambientale, alla formazione e al trasferimento delle innovazioni. La dotazione finanziaria di 34,59 milioni di euro dovrà essere incrementata attraverso un trasferimento di fondi dallo Sviluppo Rurale”.

Quindi, per l’individuazione trasparente del prezzo unico indicativo di riferimento a livello italiano, la ministra ha proposto, raccogliendo l’adesione dei presenti, l’attivazione della Commissione unica nazionale“Nel giro di dieci giorni attiveremo un tavolo tecnico per procedere”.
Quanto ai controlli a tutela del prodotto italiano, “per difendere l’olio italiano dobbiamo mettere fuori gioco chi inganna i consumatori, ha affermato Bellanova. “Per questo voglio ringraziare l’Istituto centrale per la qualità e repressione frodi del lavoro che fa su questo fronte così come gli altri organismi di controllo, perché il falso olio è un nemico da battere. Allo stesso modo c’è bisogno di più protezione, perché i casi di furti che riempiono le pagine di cronache queste settimane sono allarmanti. Su questo punto ci confronteremo presto anche con la ministra Lamorgese”.

Durante la riunione è emersa anche la proposta di rivedere alcuni parametri per la classificazione dell’olio extravergine d’oliva in seno al Consiglio oleicolo internazionale. La ministra Bellanova si è detta disponibile ad approfondire, perché la difesa della competitività dell’olio extravergine made in Italy è una priorità assoluta. “Peraltro anche sul sistema delle nomine del Coi”, ha aggiunto, “abbiamo più di qualche perplessità”.
 

Italia Olivicola, bolla elettronica per l’olio

Italia Olivicola al tavolo di ieri ha chiesto disostenere con maggiore vigore l’aggregazione dei produttori, attraverso il sistema delle organizzazioni di produttori e delle cooperative, garantire trasparenza e tracciabilità dei flussi di oli provenienti da altri Paesi e attuare tutte le procedure eccezionali riconosciute agli agricoltori che nell’ultimo biennio hanno subito gravi calamità, dalla Xylella fastidiosa in Salento, alle gelate 2018 nelle province di Bari e Bat fino alle calamità naturali in Calabria e Sicilia”.

Per contrastare l’arrivo incontrollato di oli comunitari ed extracomunitari, che spesso viene trasformato in prodotto italiano, invece, oltre ad una battaglia per allargare la registrazione telematica a tutti i paesi produttori europei, secondo Italia Olivicola basterebbe “prendere come riferimento statistico, per i controlli, i dati di produzione e di rese produttive di cooperative e Op, perché sarebbe più semplice isolare i soggetti che presentano dati distanti dalle medie”. E ha chiesto l’attivazione di una bolla di accompagnamento elettronica per evitare abusive nazionalizzazioni dell’olio estero dopo le formalità alla frontiera.
 

Coldiretti Puglia, crisi colpisce anche olio di sansa

Per Coldiretti Puglia, il crollo dei prezzi dell’extravergine è collegato ad una Occasione persa dalla Regione Puglia che non ha ancora consentito a cooperative e frantoi di utilizzare oltre 40 milioni di euro del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 per le strutture di stoccaggio, che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione”, ha detto il presidente Savino Muraglia. I prezzi bassi dell’extravergine hanno fatto crollare anche quelli dell’olio di sansa, “che al momento non vale niente”. D’altro canto cooperative e frantoi devono "liberarsene" perché parte finale del ciclo di produzione dell’olio.
Per Coldiretti Puglia l’ipotesi di drenare i 5 milioni di euro destinati agli interessi sui mutui dal Decreto Emergenze per le gelate non ancora utilizzati, su interventi in de minimis a beneficio degli agricoltori non risolverebbero in ogni caso i problemi strutturali del settore in Puglia.
 

Copagri, attivare piano di promozione

Il presidente di Copagri Franco Verrascina ha ribadito la necessità di attivare un programma di promozione per l’olio extravergine di oliva 100% italiano e si è detto favorevole a quanto proposto in merito dalla ministra Bellanova.