In un mondo in cui l'85% della popolazione sopravvive con il 20% delle risorse e i paesi economicamente sviluppati e politicamente stabili si dibattono tra la ricerca di nuovi mercati e il timore di una concorrenza potenzialmente crescente, il sostegno allo sviluppo delle aree più deboli del globo rappresenta un imperativo ineludibile che travalica e ingloba le ragioni puramente etiche ed economiche.
Tale sostegno non può che venire dalle nazioni in grado di offrirlo e può essere declinato in infiniti modi, ma deve rimanere coerente con un ideale di mondo in cui per innumerevoli ragioni pratiche, nessuno dovrebbe essere lasciato indietro

Il tema è sempre lo stesso: la lotta alla fame e al sottosviluppo. Oggi 768 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà e 815 milioni soffrono la fame; e se è vero che circa il 75% di esse vive in aree rurali, questa lotta che non può che partire dall'agricoltura. Per condurla, a seguito della decisione della Conferenza mondiale sull'alimentazione del 1974, nel 1977 è nato il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, più noto come Ifad (International fund for agricultural development), un'agenzia specializzata delle Nazioni unite con il mandato, unico tra le istituzioni finanziarie internazionali, di eliminare la povertà e la fame nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo mobilizzando e distribuendo risorse finanziarie a condizioni agevolate per le popolazioni vulnerabili.

L'Ifad è un'istituzione finanziaria internazionale che, attraverso programmi di sviluppo locale realizzati in stretta collaborazione con i governi dei paesi beneficiari e con il coinvolgimento degli attori locali, si pone l'obiettivo di accrescere la capacità produttiva e il reddito delle popolazioni rurali rendendo loro più agevole l'accesso ai servizi finanziari inclusivi, alle risorse naturali, alle tecnologie in agricoltura e ai mercati.
Circa la metà dei beneficiari delle iniziative promosse dal fondo sono donne; ossia coloro che pur svolgendo gran parte del lavoro agricolo si vedono spesso negato un accesso equo a opportunità e risorse.

Per aiutare le popolazioni rurali a sviluppare una capacità di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, che spesso compromettono le risorse naturali da cui dipendono, l'Ifad si è dotato anche di una strategia di contrasto agli effetti del cambiamento climatico con l'obiettivo di massimizzare l'impatto delle attività del fondo sulla povertà rurale in un contesto climatico mutevole.
La strategia Ifad in questo settore prevede sistemi di produzione diversificata, sistemi di agricoltura integrata e di agro-forestazione e miglioramento della gestione del post-raccolta.
L'Ifad dispone inoltre di un programma di donazioni, grazie al quale fornisce finanziamenti a fondo perduto per attività che rafforzino le capacità tecniche e istituzionali per lo sviluppo agricolo e rurale dei beneficiari.

L'Ifad è al tempo stesso istituzione finanziaria e agenzia Onu. Dal 1978 (anno di inizio delle attività) al 2016, il fondo ha investito oltre 17 miliardi di dollari in 1.037 programmi e progetti, assicurando prestiti a tassi agevolati e donazioni di cui hanno beneficiato 464 milioni di piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo.

La struttura governativa del fondo è insolitamente snella e prevede un presidente con mandato quadriennale, un Consiglio dei governatori (Governing council) e un Consiglio esecutivo (Executive board).
Il presidente attualmente in carica, al suo primo mandato, è il togolese Gilbert F. Houngbo.
Il Consiglio esecutivo è composto da 18 paesi membri e da 18 paesi supplenti, eletti con un mandato di tre anni. Si riunisce tre volte l'anno e adotta le principali politiche e risoluzioni del fondo.
Il Consiglio dei governatori è l'organo di governo. Si riunisce una volta l'anno con la partecipazione dei paesi membri. Nomina il presidente e approva gli indirizzi e le decisioni del Consiglio esecutivo.

L'Ifad, figlio di un partenariato globale tra paesi dell'Ocse, dell'Opec e in via di sviluppo, conta complessivamente 176 membri ed è l'unica agenzia Onu e istituzione finanziaria internazionale che investe esclusivamente nelle aree rurali, sfruttando il potenziale dei piccoli agricoltori e del resto della popolazione rurale al fine di contribuire a uno sviluppo sostenibile.

Le risorse finanziarie dell'Ifad provengono dal proprio capitale iniziale, redditi da investimenti, recupero dei prestiti erogati, contributi dai paesi membri e da istituzioni multilaterali che possono essere effettuati sia a titolo di ricostituzione delle risorse sia come finanziamenti aggiuntivi.
A partire dalla sua istituzione, il fondo è stato finanziato per un ammontare complessivo di circa 8,5 miliardi di dollari, usati per sostenere investimenti pari a 19,7 miliardi di dollari e mobilizzare ulteriori 27,1 miliardi di dollari provenienti da partner interni e internazionali.
Le ricostituzioni del fondo avvengono ogni tre anni. Attualmente è in corso la decima ricostituzione delle risorse (2016-2018) e il programma Ifad di prestiti e donazioni (Programme of loans and grants, PoLG) per il periodo in questione è pari a 3,2 miliardi di dollari di cui 875 milioni si riferiscono al PoLG per l'anno 2018.

"Per rompere il circolo vizioso della povertà, dell'insicurezza alimentare e della vulnerabilità, abbiamo bisogno di maggiori investimenti a sostegno di uno sviluppo rurale di lungo termine", ha detto il presidente del fondo, Gilbert F. Houngbo, nel suo discorso di apertura del 41° Consiglio dei governatori che si è tenuto a Roma in occasione dell'undicesimo processo di ricostituzione delle risorse (2019-2021).
Un Consiglio giunto in un momento critico in cui, per la prima volta negli ultimi dieci anni, si registra una crescita del numero di quanti soffrono la fame a causa prevalentemente di cambiamenti climatici e conflitti, con un incremento di 38 milioni nel solo 2016 e un totale aggiornato di circa 815 milioni.

Al termine dell'incontro i paesi membri hanno annunciato il loro sostegno al programma Ifad di prestiti e donazioni per 3,5 miliardi di dollari, che permetteranno al fondo di ampliare il programma di prestiti e donazioni del 10% e contemporaneamente di implementare gli interventi sul campo per il periodo che va dal 2019 al 2021.
Secondo le stime Ifad, durante tale triennio i progetti e i programmi sostenuti dal fondo permetteranno a ben 47 milioni di piccoli agricoltori di accrescere la loro capacità produttiva rendendo per loro più agevole l'accesso alle tecnologie, ai servizi finanziari inclusivi e alla conoscenza, godendo di un'entrata facilitata sui mercati. 24 milioni di persone saranno messi in condizione di sviluppare una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e ai fenomeni atmosferici estremi, 12 milioni miglioreranno le loro condizioni di alimentazione e 44 milioni miglioreranno il loro status economico.

"Per raggiungere tali obbiettivi, l'Ifad intensificherà il suo lavoro nei settori relativi ai cambiamenti climatici, all'alimentazione e alla parità di genere,  aree centrali che saranno parte integrante di tutti i nostri interventi", ha detto il presidente Houngbo, che ha aggiunto: "Focalizzeremo la nostra attenzione anche sull'occupazione giovanile in modo da fronteggiare una delle più grandi sfide mondiali. Siamo convinti che l'Ifad abbia un ruolo unico nel condividere le proprie conoscenze e competenze, non solo come investitore ma anche come intermediario fidato, soggetto che raccoglie i finanziamenti allo sviluppo e innovatore di lungo corso".

Houngbo ha sottolineato che gli Stati membri impegnati nell'ambito dell'assistenza ufficiale allo sviluppo (Oda) restano la base finanziaria dell'Ifad e che per ogni dollaro investito il fondo ne mobilizza circa sette in cofinanziamento. Per raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile, inoltre, l'Ifad esplorerà nuove modalità per sfruttare le sue risorse, sviluppandone di nuove anche grazie a quelle del settore privato e focalizzandosi su un incremento dei finanziamenti interni.
Nel recente passato l'Ifad ha avviato un processo di consolidamento e sviluppo della partnership anche con Banche di sviluppo multilaterale (MDBs), settore privato e con le altre agenzie del sistema delle Nazioni unite (Fao e Wfp) che, nel settore agroalimentare, concorrono a definire un vero e proprio sistema Onu ospitato dall'Italia a Roma.
A fianco di queste partnership, si registra la partecipazione, con contributi e assistenza tecnica, a una serie di reti e piattaforme per lo sviluppo agricolo.

Il 90% dei contributi messi a disposizione dagli Stati membri Ifad sarà destinato ai paesi a basso e medio-basso reddito. Tra il 25 e il 30% sarà investito in situazioni di vulnerabilità.
Per la ripartizione delle risorse in forma di prestiti ai beneficiari, l'Ifad utilizza un sistema di assegnazione basato sulla performance (Performance-based allocation system, Pbas) analogamente a quanto avviene in istituzioni finanziarie di sviluppo.

L'Italia è il quinto maggiore contribuente dell'Ifad. Lo stanziamento cumulativo alle risorse del fondo, dal 1977, è pari a 549 milioni di dollari, compreso il contributo di 40 milioni per il Programma speciale per l'Africa promosso dal fondo nel 1985 per sostenere l'agricoltura rurale.
Nel 1994, grazie a un apporto aggiuntivo dell'Italia di 53 milioni di dollari, la penisola ha finanziato oltre 220 iniziative e consentito la mobilitazione di ulteriori 470 milioni di dollari in cofinanziamenti.

Le linee strategiche che guideranno l'azione di Ifad nel quadro dell'Agenda 2030 per il periodo 2016-2025, sono descritte nel documento "Ifad Strategic Framework 2016-2025 - Enabling inclusive and sustainable rural transformation".