Un volta si costruivano strade, ovvero un'area diventava civile e abitabile quando aveva un'infrastruttura viaria – lo sapevano bene gli antichi romani, che sulle strade avevano organizzato l'Impero.
Oggi perché un'area diventi civile necessita di avere la debita infrastruttura per la digitalizzazione - la nuova rete viaria.
La possibilità di trasferire grandi moli di dati informatici a grande velocità è oramai una prerogativa indispensabile per lo sviluppo di un'area. Si pensi a Industry 4.0, la strategia di automazione che sta rivoluzionando il mondo produttivo e che ha già dato straordinari risultati in Germania, il paese in cui è nata e si è evoluta.
Per Industry 4.0 è ovviamente necessario avere una formidabile velocità di passaggio dei dati, quindi la così detta banda larga, che oggi diviene ultra-larga anche grazie all'avvento dei sistemi Nsn (Next generation network: si incapsulano tutti i servizi multimedia, dati e voce in pacchetti e si trasportano).
Negli anni a venire i fattori tecnologici (e demografici) influenzeranno grandemente il mondo del lavoro e della produzione – compresa l'agricoltura. Non occorre essere Giulio Verne per vedere nei prossimi decenni nuove ed entusiasmanti evoluzioni in tutti i settori produttivi. La nostra prima preoccupazione (qui tante volte espressa) è che gli agricoltori possano avere un buon reddito e una qualità della vita adeguata per poter continuare a fare il loro lavoro - quindi rimanere sul territorio per tutelarlo e produrre alimenti di qualità - questo a reale vantaggio di tutti.
Non bisogna quindi tutelare l'agricoltura ma gli agricoltori. E anzi provare ad ampliare la categoria per evitare che larghe aree del nostro Bel Paese se ne vadano allo sfascio. Abbiamo già scritto che in Italia ci sono migliaia di borghi rurali disabitati (secondo alcuni 8.000) spesso in aree incantevoli.
Pensate a quanta parte del paese potrebbe allora risultare nuovamente appetibile se la si dotasse di adeguati servizi digitali.