Abf è una multinazionale presente in cinquanta paesi ed è già attiva in Italia, con 2.500 dipendenti impiegati nel famoso marchio di tè, nei negozi Primark e in Ab Mauri, realtà specifica per prodotti da forno. Il gruppo ha cinque ambiti di interesse: agricoltura, zucchero, vendita al dettaglio, drogheria e ingredienti.
George Weston, chief executive di Associated British foods, ha affermato che l'acquisizione di Acetum "è un'occasione meravigliosa per diventare custodi di un prodotto italiano con così grande reputazione" e non ha nascosto "piani di crescita ambiziosi tutto il mondo".
Acetum negli anni ha diversificato la propria offerta di gamma e oggi produce anche glassa balsamica, aceto di vino e di mela e altri condimenti. Nel 2016 il fatturato ha toccato quota 103 milioni di euro, con esportazioni in oltre 60 paesi. Tra i marchi detenuti da Acetum ci sono Mazzetti, Acetum e Fini.
L'aceto balsamico di Modena è un marchio riconosciuto dall'Unione europea con l'Indicazione geografica protetta (Igp), elemento che è stato tutt'altro che secondario nelle dinamiche di acquisizione.
Lo ha riconosciuto lo stesso Cesare Mazzetti, presidente di Acetum che verrà riconfermato nel ruolo, con Marco Bombarda investito dell'incarico di direttore del business.
"Le aziende dotate di Indicazione geografica protetta - ha specificato Mazzetti - esercitano grande attrattività nei confronti dei gruppi internazionali. Abf ha una grande reputazione per la capacità di sviluppare imprese familiari e, pertanto, non vedo l'ora di lavorare insieme a loro in futuro".
L'intera operazione sarà soggetta all'autorizzazione dell'Antitrust in Germania e in Austria.
Una storia lunga oltre un secolo
Acetum sorge a Cavezzo (Modena), nella sede storica delle Cantine Motta: fondate nel 1906, sono state interamente restaurate per far fronte alla nuova destinazione produttiva. I reparti di invecchiamento, totalmente ricostruiti con botti e tini di diverse capacità ed essenze lignee, consentono di lavorare quasi due milioni di litri, con un deposito che supera i tre milioni, ponendo così l'azienda ai primi posti nello stoccaggio di prodotto.
Utilizzato fin dai tempi antichi, pare che l'aceto balsamico discenda direttamente dall'utilizzo che gli antichi Romani facevano del mosto concentrato: lo scrittore Apicio, nel suo De Re Coquinaria, descriveva addirittura diversi tipi di mosto cotto, a seconda delle diverse caratteristiche e metodi di preparazione, che venivano utilizzati in cucina, come è ricordato nel sito dell'azienda modenese.