Ad annunciarlo Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio rurale e delle acque irrigue (Anbi), in relazione all'inaugurazione del primo "Acqua campus" italiano, realizzato a Mezzolara di Budrio (Bo) dal Consorzio Cer - Canale emiliano romagnolo.
Si tratta di un laboratorio scientifico "a cielo aperto" dove si sperimentano innovative tecniche di gestione delle acque nelle campagne: dalla microirrigazione sotto suolo (Progetto Ripresa - Risparmio idrico mediante un preciso impiego dell'acqua) all'ausilio dei droni (Progetto Figaro) per l'analisi dell'umidità dei terreni.
Le canalette che attraversano i campi confluiscono poi in un'area di fitodepurazione (Progetto azienda agricola autodepurante), dove si verificano le potenzialità di canne, piante e batteri nell'abbattimento della presenza di sostanze nutrienti quali azoto e fosforo, residui delle pratiche agronomiche.
"Con questa struttura d'avanguardia, dove si sta completando anche un progetto di ricerca Water4Crops fra India e Italia - prosegue il presidente Anbi - confermiamo il nostro impegno per un uso efficiente dell'acqua in agricoltura, compatibile sempre di più con le esigenze ambientali.
Ciò porterà non solo un miglioramento della redditività delle imprese agricole, ma una crescita del Pil del settore primario, considerato che la disponibilità irrigua incrementa di circa dieci volte il valore di un terreno agricolo. E se consideriamo che già oggi l'84% del made in Italy agroalimentare dipende dalla disponibilità d'acqua, è facile comprendere le potenzialità di incremento nel bilancio di un'eccellenza italiana nel mondo".