In Puglia, dopo le polemiche scatenate dalla decisione del Comitato permanente sulla salute delle piante di Bruxelles della scorsa settimana sul piano anti Xylella fastidiosa, riprende il lavoro del Commissario di governo. Su 75 mila ettari di terreno coltivati a uliveto e frutteto ad oggi l’80% (60mila ettari) sono stati arati dai proprietari. Arature necessarie per bloccare l’avanzata del batterio della Xylella fastidiosa. La notizia perviene direttamente del Corpo Forestale dello Stato.

Nei prossimi giorni -  afferma il Commissario delegato Giuseppe Silletti, comandante del Cfs in Puglia  - spero di raggiungere il 90% delle arature di questi suoli. Voglio ringraziare gli agricoltori che in modo solerte hanno provveduto alla pulizia dei loro terreni, così come indicato dal personale della Forestale, nelle diverse province interessate dal batterio. Cinquanta pattuglie del Corpo forestale tra cui alcune a cavallo, mi hanno aiutato nell’importante attività di divulgazione e sensibilizzazione sulle buone pratiche agricole (trinciatura, erpicatura, fresatura) che al momento – sottolinea Silletti - rappresentano l’unico modo per fermare e contenere l’avanzata della Xylella fastidiosa”.

“Da oggi -  conclude  Silletti iniziamo il monitoraggio dei terreni già arati per valutare l’eventuale diminuzione della presenza degli insetti vettori del batterio sul territorio, in modo da poter abbassare, qualora i risultati fossero positivi, l’utilizzo dei pesticidi. Non smetterò mai di ripeterlo: più arature oggi, meno interventi invasivi domani”.

Intanto cresce la paura dell’infezione anche nelle altre regioni meridionali. In particolare in Sicilia, dove lo scorso 28 aprile il dirigente del Servizio fitosanitario regionale, Vito Sinatra, ed il direttore generale dell’assessorato all’Agricoltura della regione siciliana, Rosaria Barresi, hanno diffuso una corposa nota di servizio, nella quale ricordano come sia fatto obbligo a chiunque di comunicare al servizio fitosanitario regionale i casi sospetti di Xylella fastidiosa. I dirigenti richiamano una circolare del Mipaaf del 17 aprile, che cita l’articolo 8 del D.lgs 214/2005, che prevede l’obbligo di comunicazione al Servizio fitosanitario nazionale, da parte di chiunque venga a conoscenza della comparsa di organismi nocivi regolamentati o non segnalati precedentemente nel territorio nazionale.

I dirigenti siciliani inoltre avvertono: “In particolare, in merito all’emergenza determinata dal batterio Xylella fastidiosa, il comma 3 dell’articolo 6 del decreto ministeriale 26 settembre 2014 dispone che le Istituzioni scientifiche e gli altri soggetti che intendano avviare attività d’indagine sull’organismo specificato, devono darne preventivamente comunicazione ai Servizi fitosanitari regionali competenti per territorio e devono, eventualmente, tempestivamente comunicarne i risultati agli stessi Servizi, prima che le risultanze abbiano diffusione pubblica”.