Una ricerca condotta dall'Università della California ha evidenziato come l'olio di soia ottenuto da ibridi geneticamente modificati sia in sostanza identico a quello ottenuto da soia convenzionale. E fin qui nulla di strano sotto il Sole, visto che le proteine coinvolte nei processi di resistenza al glifosate con le materie grasse non c'entrano nulla e una buona soia produce buon olio sempre, che sia gm o meno.
Quelle geneticamente modificate, però, presenterebbero alcuni vantaggi: non provocherebbero resistenza all'insulina e indurrebbero un minor incremento del peso a seguito dell'utilizzo. Alcune ricerche svolte in precedenza su topi avevano infatti dimostrato che sostituendo alcuni grassi saturi, come quelli dell'olio di cocco, con olio di soia si osservavano significati aumenti di peso e di diabete rispetto ai topi alimentati con grassi saturi come il solo olio di cocco.
Eppure l'olio di soia è da sempre considerato un olio vegetale "sano", perché naturalmente ricco di acidi grassi insaturi. Questi sono stati però arricchiti nel tempo con grassi idrogenati per aumentare la loro stabilità e la loro shelf-life. L'idrogenazione, a sua volta, ha aumentato la percentuale di grassi "trans", ampiamente riconosciuti invece come poco sani. Ed ecco la necessità di capire meglio gli effetti sulla salute delle interazioni fra grassi saturi e insaturi.
L'olio di soia, infatti, contiene circa il 55% di acido linoleico, un acido grasso polinsaturo. Quindi, per determinare se l'acido linoleico fosse responsabile degli effetti metabolici osservati in passato su adipe e diabete nei topi, i ricercatori californiani hanno testato due diete poste in parallelo ove all'olio di soia convenzionale è stato affiancato quello di soia gm. Dai test sarebbe emerso come l'olio di soia, gm e non, abbia in effetti indotto nelle cavie un aumento di peso come pure un fegato maggiormente infiltrato di grasso. Quindi sul piano "dietetico" nulla da fare: un grasso... ingrassa! A favore della soia gm, però, si sarebbe anche osservato come i topi alimentati con olio di soia gm siano rimasti più sensibili all'insulina, mostrando quindi una maggiore capacità di regolazione della glicemia nel sangue rispetto ai topi alimentati con olio di soia "normale". Pure l'incremento di peso corporeo sarebbe risultato leggermente inferiore.
Quindi, alla fin fine, dire che i due oli sono equivalenti è da considerare un'affermazione errata: stando alle ricerche californiane, si può solo concludere che quelli ottenuti da soia gm sono più sani di quelli ricavati da soie convenzionali. O meno insani, questione di punti di vista.
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Fonte: Isaaa - International Service for the Acquisition of Agri-biotech Application
Autore: Donatello Sandroni