Il primo libro divulgativo sulla botanica? È stato pubblicato nel 1784, quando il suo autore, il filosofo illuminista Jean Jacques Rousseau, era già morto da sei anni. Le “Lettere elementari sulla botanica” erano destinate alla figlia di una conoscente e furono un vero e proprio best seller. Ma di appassionati, innamorati e studiosi di botanica ce ne furono molti altri.
Ha provato a metterli in ordine il professor Stefano Mancuso, georgofilo, scienziato di fama mondiale che il “New Yorker” ha incluso nella classifica prestigiosa dei world changers, come fece nel 2012 “la Repubblica”, inserendolo nell’elenco dei 20 italiani destinati a cambiarci la vita.

Ne è uscito un libro snello (144 pagine) e di piacevole lettura, dal titolo che rimanda a un altro successo editoriale, ma in tutt’altro campo: “Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale”. Con grande maestria l’autore racconta cinque secoli di scoperte, intuizioni, passioni nel seducente universo verde. Con protagonisti naturalisti, botanici, filosofi, genetisti, esploratori.

Troviamo Charles Darwin, con la scoperta dell’orchidea del Madagascar che può essere impollinata solamente da un tipo di farfalla, l’evoluzione delle piante e la fecondazione incrociata. Ma anche il rapporto tra formiche e vegetali, approfondita da Federico Delpino. O l’invenzione della genetica vegetale da parte dell’abate Mendel.

E poi c’è quel genio di Leonardo da Vinci, che studia la disposizione delle foglie per catturare la luce solare, la vittima del comunismo Nikolaj Ivanovic Vavilov, che con l’obiettivo di sfamare milioni di russi cercò di selezionare un super-chicco di grano. Salvò così la biodiversità, ma finirà a morire di stenti nel 1943 in un carcere sovietico, accusato di spionaggio a favore della Gran Bretagna e di danneggiare l’agricoltura russa. Venne riabilitato dalla corte suprema sovietica nel 1955.

Mancuso racconta anche la vita di George Washington Carver, il primo nero americano laureato, nato da una famiglia di schiavi del Missouri. Fu lui che in Alabama promosse la coltivazione dell’arachide, prima di allora (siamo nella prima metà del Novecento!) non considerata per l’alimentazione umana. Carver studiò diversi utilizzi della pianta e dei suoi derivati, tamto che il burro di arachidi oggi è uno dei prodotti nazionali dell’alimentazione statunitense, ma vennero individuate soluzione anche sul versante tecnologico e industriale, con la produzione di oli, resine, solventi, diluenti, isolanti, mangimi e concimi a partire dalle arachidi.

Tutte queste persone, come scrive Mancuso nella prefazione, “hanno avuto il coraggio di guardare oltre; in qualche misura sono stati visionari e anticipatori. E in questo modo, partendo dalle piante, anzi amandole, ognuno di loro ha cambiato un po’ il mondo. Forse esiste qualche altra maniera per farlo, ma nessuna, credo, che abbia lo stesso incanto”.
Il libro è dedicato a Franco Scaramuzzi, “un uomo che ama le piante”, presidente onorario dell’Accademia dei Georgofili, ma anche – come riconosce l’autore – il suo “maestro”.

Titolo: Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale
Collana: Orizzonti
Editore: Giunti
Pagine: 144
Prezzo: Euro 14 (11,90 con acquisto online)

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