Nella fase della distribuzione, secondo una ricerca condotta da Last minute market (spin off dell'Università di Bologna divenuto eccellenza europea nella lotta allo spreco alimentare) sulla quantità di cibo “gettato via” da parte dei mercati all’ingrosso e della moderna distribuzione, in Italia ogni anno vengono sprecate oltre 260 mila tonnellate di prodotti alimentari, il 40% dei quali è costituito da prodotti ortofrutticoli. Al livello del consumatore finale, ogni famiglia spreca in media una quantità di cibo del valore di 454 euro all’anno (il 16% di questo spreco è costituito da prodotti ortofrutticoli). E' quindi necessario sviluppare comportamenti più attenti e sensibili, anche nel consumo, ma soprattutto lavorando sulle inefficienze del sistema produttivo e distributivo, e in particolare sugli aspetti che condizionano la cosiddetta “shelf life” del prodotto, ovvero il periodo oltre il quale esso non può essere venduto e consumato. Se parliamo di ortofrutta buona parte di tale ruolo spetta all’imballaggio.
La professoressa Rosalba Lanciotti del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e il professor Roberto Della Casa dell’Università di Bologna - sede di Forlì, nel corso del workshop, spiegheranno qual è il ruolo dell'imballaggio nella shelf-life dell'ortofrutta. La professoressa Lanciotti esporrà i risultati di uno studio accademico che analizza le relazioni fra diversi materiali di imballaggio e shelf life, esponendo quali scelte preferire per migliorare quest’ultima, mentre il professor Della Casa tradurrà il possibile miglioramento della shelf life del prodotto in termini economici lungo la filiera, dalla produzione al consumo.
L’imballaggio è quello di preserva il prodotto contenuto e oggi il packaging ha anche, e soprattutto, il ruolo di valorizzare il prodotto nel tempo.Scegliere l’imballaggio più idoneo per la migliore shelf life dei prodotti ortofrutticoli significa quindi in primo luogo ridurre gli scarti lungo la filiera distributiva, ma anche ridurre lo spreco a casa del consumatore.
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Fonte: Bestack