Quella del 2011/2012 sarà una buona annata per il vino, con punte di ottimo in particolare per i bianchi. E’ la prima previsione sulla vendemmia dell’Osservatorio per l’andamento delle colture viticole e del mercato vinicolo di Confagricoltura che conta un campione di circa 700 aziende fra le più prestigiose. La raccolta delle uve sarà in anticipo in molte zone d’Italia e mediamente abbondante.
Prosegue la nota dell’Osservatorio sui vigneti di Confagricoltura: “Certamente il mese di agosto ed i primi giorni di settembre sono fondamentali soprattutto nelle regioni del Nord per cui la prudenza è necessaria ma sia le condizioni ambientali sia i segnali colti in vigna consentono di essere ottimisti per il livello qualitativo dei nuovi vini”.
“L’alternanza di pioggia e di buone temperature ha molto soddisfatto i vignaioli - conclude Confagricoltura - Lo stato vegetativo è stato valutato positivamente. Le fitopatie sono state molto contenute ad eccezione di segnalazioni di flavescenza dorata in Piemonte e di oidio e peronospora più diffuse, sul territorio nazionale, a seguito delle piogge primaverili. Purtroppo le grandinate di giugno, in Toscana e Umbria, e, quelle di luglio in Trentino e Friuli hanno influenzato negativamente la resa in alcune aree”.
Dal punto di vista quantitativo Confagricoltura prevede che, nel complesso, la produzione, anche se la situazione potrebbe essere molto differenziata da regione a regione, sia abbondante, ai livelli del 2010 e degli anni precedenti.
Riguardo alla crescita dei volumi produttivi aveva fatto clamore, recentemente la notizia del “sorpasso” produttivo dell’Italia sulla Francia. Commenta il presidente della Federazione nazionale di prodotto vitivinicolo della Confagricoltura Piergiovanni Pistoni: “A parte che c’è sempre stata nel corso degli anni un’alternanza di ‘primati’ con i vicini vignaioli francesi, mi sembra che non sia il momento di perdersi a parlare di gare a chi produce di più, quando il problema oggi è vendere. E’ importante produrre molto quando c’è una domanda in crescita, ma non quando il vino rimane in cantina”.
La parola d’ordine allora è vendere. Ed i produttori contattati per l’indagine di Confagricoltura concordano su una cosa: l’Italia non riparte. La crisi c’è ancora, i consumi sono fermi, soprattutto quelli dei vini di fascia medio alta e le difficoltà permangono.
Per fortuna dall’estero arrivano segnali positivi, sai dai mercati tradizionali, sia dagli emergenti.
“L'export di vino italiano sta dimostrando di essere la vera risorsa per tutto il settore e per la sua tenuta in tempi difficili come questi - spiega il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - Restano comunque alcuni problemi da risolvere. Ad esempio, l’Italia è il primo esportatore di vino in quantità ma non in valore, dove predomina la Francia. Nonostante i successi del vino Made in Italy, c’è quindi una necessità di internazionalizzazione del settore a cui dobbiamo dare riscontro. Le iniziative di Confagricoltura al Vinitaly con i Paesi esteri, che da anni suscitano vasto interesse tra le aziende, lo testimoniano senza tema di smentita”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Confagricoltura