Recentemente, la Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha lanciato l'allarme circa il rischio a cui vanno incontro le nocciole "made in Italy" minacciate dalla possibilità che aumentino le importazioni dal mercato turco. A questo proposito, Agrofarma precisa che questo è l'esempio di quello che potrebbe accadere se venisse approvata la modifica della Direttiva 91/414, ora oggetto di discussione a Bruxelles, che eliminerebbe dal mercato sostanze indispensabili per la difesa delle colture mediterranee, causando perdite di raccolto e l'aumento dei costi di tutta la produzione agricola. 

Anticipando impatti di grandi dimensioni, gli esperti prevedono che una gran parte della produzione agricola europea andrà persa a vantaggio di altri Paesi, mettendo in pericolo il ruolo dell'UE come esportatrice di colture chiave. Tra i rischi, inoltre, quello che, per soddisfare il bisogno alimentare della popolazione, frutta, cereali e ortaggi vengano importati dall'Asia o da altre zone del pianeta, dove i controlli sulla sicurezza alimentare non garantiscono la sicurezza europea e dove, in particolare, verrebbe a mancare l'eccellenza dell'agricoltura italiana.

Secondo quanto precedentemente indicato, Agrofarma sottolinea come la nuova normativa comunitaria potrebbe moltiplicare i casi allarmanti come quello delle nocciole e sottolinea quindi la necessità di normative che non siano inutilmente penalizzanti e le cui conseguenze sfocino in una regolamentazione disconnessa dalla realtà.

"Limitare l'utilizzo degli agrofarmaci non è una scelta senza conseguenze negative per l'agricoltura e per i consumatori italiani che rischieranno di non poter più beneficiare della qualità e della sicurezza tipica dei prodotti "made in Italy" – afferma Luigi Radaelli, Presidente di Agrofarma – in Italia il raggiungimento di elevati standard qualitativi e quantitativi delle produzioni agricole è stato infatti possibile grazie all'utilizzo responsabile degli agrofarmaci."

 

Il comunicato della Cia: allarme per le nocciole "made in Italy"

Sempre più a rischio le nocciole "made in Italy". I prezzi sul campo sono in caduta libera e il mercato mostra una preoccupante instabilità. In alcune aree vi è addirittura una anomala stasi della domanda. E su tutto incombe minacciosa l'incertezza sulle prossime importazioni turche che potrebbero crescere eccessivamente se non partiranno, come è avvenuto negli anni scorsi, interventi statali di contenimento da parte del governo di Ankara. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha riunito il Coordinamento territoriale di settore per un esame di una situazione che si presenta alquanto critica e può avere riflessi pesantemente negativi per i produttori agricoli che sono già alle prese con crescenti costi di gestione aziendale.

Siamo in presenza - avverte la Cia - di una difficile congiuntura che va affrontata con un'adeguata azione. La corilicoltura, del resto, è molto importante per il nostro Paese che è, dopo la Turchia, il secondo produttore mondiale di nocciole (il 14 per cento del mercato globale e l'81 per cento di quello europeo).

Secondo la Cia, sono urgenti misure di maggiore trasparenza del mercato, soprattutto attraverso la costituzione di un Osservatorio prezzi permanente. Occorrono, tuttavia, anche controlli sanitari maggiori e più rigorosi alle frontiere sulle partite di nocciole provenienti dalla Turchia che spesso contengono pesticidi superiori ai livelli massimi consentiti in Europa.

Un aspetto, questo, sul quale il nostro Governo - sottolinea la Cia - dovrà vigilare affinché in sede comunitaria non passi la proposta turca di aumentare i livelli massimi di fitosanitari oggi consentiti sulla frutta in guscio.

Per le nocciole, inoltre, come è avvenuto recentemente per l'olio d'oliva, è indispensabile lavorare - propone la Cia - per una chiara indicazione dell'origine della materia prima nel prodotto trasformato, se non si vuole chiudere definitivamente questo importante comparto agricolo italiano.