“Riparti delle risorse che, al netto dei trascinamenti, sono meno di quanto fosse disponibile nella vecchia programmazione, -ha spiegato Carnemolla- livelli di premio disomogenei e a volte penalizzanti, condizioni di accesso e vincoli che penalizzano il biologico nelle aree di agricoltura intensiva, concorrenza nelle aree marginali con misure assistenziali e disomogeneità nelle misure attivate sono alcuni dei problemi evidenziati dai produttori biologici per molti dei 16 Piani già redatti a livello regionale”.
“Anche nelle regioni dove fino ad ora si è lavorato bene, -ha aggiunto il presidente di FederBio- come in Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia, è necessario vigilare perché i piani operativi di asse e di misura mantengano stretta coerenza con le enunciazioni dei Piani. Per questo motivo nei prossimi giorni invieremo una nota al Mipaaf, alle regioni e all’Unione Europea per richiamare la necessità di assicurare alle 50 mila imprese del settore un quadro di sostegno omogeneo e coerente con le linee delle politiche di settore nazionale ed europee, pur nella diversità dei territori. Chiederemo -ha concluso Carnemolla- di attivare subito la Rete nazionale dello sviluppo rurale coordinata da Inea, nell’ambito della quale FederBio si candida come punto di riferimento per tutta l’agricoltura biologica nazionale”.
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Fonte: FederBio