Il Club Nitrophoska, in collaborazione con la cantina sociale di Broni, ha organizzato un convegno di elevato profilo tecnico sulla viticoltura dell’Oltrepò Pavese.
L’Oltrepò Pavese, una delle zone di più antica tradizione vitivinicola della Lombardia, sta cercando di valorizzare le risorse e la straordinaria ricchezza del proprio patrimonio naturale ed ambientale, attraverso una lungimirante azione di marketing territoriale.
Il vino rappresenta il prodotto più nobile dell’area: il successo di questo indirizzo di politica territoriale passa quindi attraverso la capacità di far crescere un consenso nazionale intorno alla qualità delle sue produzioni e alla specificità dei suoi vitigni.
Questo è lo scenario nel quale si è calata l’iniziativa del Club Nitrophoska. La cantina sociale di Broni, principale attore di questo appuntamento, è la più importante organizzazione vitivinicola del territorio con oltre 1500 soci e una consolidata rete distributiva delle sue produzioni a livello nazionale.
La cantina di Broni, su finanziamento della Regione Lombardia attraverso l’utilizzo di Fondi comunitari, ha realizzato un interessante progetto di filiera teso ad introdurre il concetto di tracciabilità delle uve e del prodotto finito. Pertanto tutti gli elementi della filiera produttiva del vino vengono costantemente monitorati: dalla cultivar scelta, al tipo di concimazione e ai trattamenti antiparassitari adottati, fino al controllo del grado di maturazione delle uve e alla separazione delle differenti partite di prodotto finito. In pratica di una damigiana di vino si può ricostruire tutta la sua storia produttiva.
L’intervento del dr. Davide Bacchiega di Ager Agricoltura e Ricerca ha affrontato questa tematica ed ha costituito il cuore del convegno. Sotto l’attenta regia del Prof. Attilio Scienza, docente dell’Università di Milano ed uno dei più noti esperti di viticoltura italiani, si sono avvicendati gli interventi degli altri ospiti: di particolare interesse le esperienze maturate da Osvaldo Failla e Luca Espen, ricercatori dell’Università di Milano, che hanno presentato nuovi strumenti per la diagnosi della maturità e del potenziale dell’uva e come arrivare ad elaborare un adeguato piano di concimazione per una viticoltura di qualità. Il dr. Carlo Alberto Panont, del Consorzio Vini Oltrepò Pavese, ha presentato invece una relazione sui traguardi qualitativi che i vini locali intendono raggiungere nei prossimi anni. La relazione conclusiva è stata tenuta dal dr. Luca Vaghi, di COMPO Agricoltura, per sottolineare, ancora una volta, l’impegno dell’azienda a partecipare da protagonista in progetti tesi a valorizzare il prodotto italiano di qualità. Attraverso i propri concimi e mettendo a disposizione degli agricoltori il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, COMPO intende rappresentare un punto di riferimento nel settore della nutrizione. La relazione è stata occasione per ricordare un progetto che COMPO insieme all’Università di Milano e ad Arschemica porta avanti da un paio d’anni nell’ambito delle iniziative del Club Nitrophoska. Si tratta del sistema esperto, un sofisticato software il quale, implementato adeguatamente con una serie di informazioni relative al vitigno, al terreno e attraverso analisi fogliari, è in grado di consigliare il piano di concimazione più appropriato. Questo servizio è offerto da COMPO a tutti i suoi clienti più rappresentativi su scala nazionale.
L’ampia partecipazione al convegno ha suggellato un giornata ricca di spunti interessanti ed ha rappresentato un utile momento di confronto e di incontro tra gli operatori dell’Oltrepò Pavese.

Per informazioni: Compo Agricoltura Spa - tel. 0362/512292 - www.compoagricoltura.it