“La protezione delle colture in un nuovo quadro normativo” è stato il tema affrontato nel corso del convegno organizzato dal Comitato organizzativo delle Giornate Fitopatologiche – Riccione, 26-29 marzo 2006 -, per aprire un tavolo di discussione fra istituzioni, operatori del settore agricolo e mondo della distribuzione. [vedi l’articolo su Agronotizie n.36]

La prima sessione, aperta da Piero Cravedi, presidente della Associazione Italiana per la protezione delle piante, ha riguardato lo stato dell’arte di revisione europea e armonizzazione dei residui degli agrofarmaci, grazie agli interventi di rappresentati di istituzioni quali ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Istituto di patologia vegetale.

Alessandro Desideri ha presentato lo stato di attuazione del programma di revisione comunitaria dei prodotti fitosanitari. Il termine del processo era stato fissato al 25 luglio 2003 nell’ambito della normativa fondamentale per il settore: la direttiva 91/414/Cee. Ad oggi, tale data è stata prorogata (con riferimento al Reg. Ce 1335/2005) al 31 dicembre 2006 per quanto riguarda le prima lista delle sostanze attive indicate, al 30 settembre 2007 per la seconda lista, al 31 dicembre 2008 per le liste 3 e 4. In particolare, le 800 sostanze attive prese in considerazione e suddivise nelle quattro liste sono oggi pari a 90 nella prima, 52 nella seconda (erano in origine 148), 144 nella terza (in origine 389) e 305 nella quarta (in origine 391). Di queste, in Annex 1 sono state inserite 54 s.a. per la lista 1 (9 sono in corso d’esame) e 2 della lista 2 (50 sono in corso d’esame). Dopo l'inserimento della s.a. in allegato I, inizia la fase di valutazione nazionale delle documentazioni presentate dalle aziende per sostenere gli agrofarmaci che contengono la s.a. revisionata. Queste procedure vengono definite di ri-registrazione e si svolgono a livello dei singoli Stati membri. Dopo l’inserimento in allegato 1 essi hanno 6 mesi per concludere la fase 1 (tecnica), mentre entro 4 anni deve essere conclusa la fase 2 che prende in considerazione ogni singolo formulato. In caso di non iscrizione restano gli usi essenziali (14 molecole in Italia, valide fino al 31/12/2007). Al fine di velocizzare la procedura è stata anche avanzata la proposta di procedere ad una registrazione per aree geografiche.

In seguito, Maristella Rubbiani (2) ha affrontato gli aspetti applicativi della Direttiva Preparati Pericolosi. La redazione delle Schede di Sicurezza (SDS) è necessaria anche per prodotti con 1% di preparato pericoloso; il responsabile è chi immette sul mercato il prodotto. Alcuni numeri dell’applicazione della DPD: 170 aziende, 4600 preparati, 600 sostanze attive, 1000 controdeduzioni (su 4600). Fra le novità della DPD sono inclusi il fatto che entrano nel calcolo i solventi e i coformulanti, l’eliminazione di nonilfenolo e nonilfenolo etossilato se supera il 0,1%; la revoca di prodotti con sostanze di categoria 1 e 2 per mutagenesi, teratogenesi e cencerogenici e, infine, l’analisi della “questione” rame (solfato, ossicloruro, idrossido, ossido, poltiglia) dalla Copper Tark Force Classification. In questo processo, date fondamentali sono quella del 1° ottobre di quest’anno, entro la quale sono state redatte le nuove etichette, mentre il 30 gennaio 2006 sarà il termine ultimo per la vendita ai distributori ed il 30 gennaio 2007, il termine per l’utilizzo.

Angela Santilio (3), parlando del processo di armonizzazione europeo dei limiti massimi dei residui, ha presentato il Regolamento Ce n.396/2005 del 23/02/2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale CE L70/1 del 16 /03/2005. A seguito dell’entrata in vigore del regolamento, prevista per il 5 ottobre 2006, si avrà il decadimento di tutte le norme nazionali.

Delle criticità ed opportunità conseguenti al processo di revisione comunitaria e registrazione nazionale dei prodotti fitosanitari si è occupata Elisa Conte (4). Più che di armonizzazione dei residui, bisognerebbe parlare di armonizzazione del modo di registrare. Ad oggi, sono state cancellate oltre il 50% delle molecole presenti nel 2003: complessivamente si tratta di 430 sostanze attive di cui 110 registrate in Italia. Per quanto riguarda i formulati, dal 2002 al 2005 ben 3.190 preparati sono stati revocati. Questo ha creato non pochi problemi, nonostante l’attivazione di procedure di conciliazione, di mutuo riconoscimento e di registrazioni a termine e procedure d’urgenza, intraprese come soluzioni transitorie in attesa del completamento della revisione. Le colture minori sono quelle che ne risultano particolarmente penalizzate. Un lavoro notevole è stato svolto dall’ISPaVe per trovare, insieme alle regioni, dei “binomi coltura/avversità” per proporre poi i risultati dell’elaborazione al gruppo UE “minor crops” per un confronto con le esigenze di altri paesi del SE e per una verifica di eventuali registrazioni già esistenti. Fra i criteri di valutazione proposti: la presenza in allegato I; il fatto che si tratti di residui armonizzati; la presenza nei Disciplinari di produzione integrata; l’esistenza di autorizzazione per la coltura maggiore del gruppo; l’esistenza di autorizzazione per la coltura e non per l’avversità segnalata; l’efficacia anche per altre avversità segnalate relative ad una medesima coltura; il minore impatto sulla salute e sull’ambiente; infine, la maggiore economicità. Nell’ambito delle soluzioni in corso di registrazione si possono ricordare alcuni esempi: cidia e balanino su castagno, peronospora su aglio e ortaggi a foglia quali cicoria, radicchio, crescione, valeriana, oppure ancora alternaria su cavoli a testa o liriomiza su sedano.
 
La prima parte della mattinata si è conclusa con l’intervento di Paolo Marucco (5) che ha approfondito gli aspetti inerenti le macchine per la protezione delle colture, sottolineando come la normativa europea preveda varie attività a supporto di una maggiore sicurezza ambientale e dell’operatore: la certificazione della funzionalità di tutte le irroratrici nuove di fabbrica prima della loro immissione sul mercato, i controlli periodici della funzionalità di tutte le irroratrici in uso, la taratura periodica dell’irroratrice, l’indicazione dell’entità delle zone di rispetto in etichetta con riferimento alla deriva.

Per ulteriori informazioni: Comitato per le Giornate Fitopatologiche, presso Diproval – Sezione di Fitoiatria – Facoltà di Agraria (Università di Bologna) – Tel 051 2096546 – Fax 051 2096547 – giornfit@agrsci.unibo.it

Note sui relatori citati nel testo:
(1) Alessandro Desideri, Responsabile dell’Ufficio XIII, presso il ministero della Salute, Dipartimento della Prevenzione e Comunicazione - Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti
(2) Maristella Rubbiani, Istituto Superiore di Sanità
(3) Angela Santilio, Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria – reparto antiparassitari
(4) Elisa Conte, CRA – Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale
(5) Paolo Marucci, Università di Torino, DEIAFA