In Sardegna l'Ismea ha ridimensionato il balzo in avanti del prezzo del latte ovino, inizialmente registrato il 4 giugno nell'ordine del 25,7% in una delle due osservazioni settimanali e ora rettificato - per quella stessa data e rilevazione - in un più modesto, ma comunque importante +15,6%. Dell'incremento - poi rettificato - AgroNotizie ha dato notizia nell'articolo dell'8 giugno scorso.

I valori del 4 giugno che hanno dato vita a questo aumento, sono stati rilevati nuovamente l'11 giugno e il prezzo del latte in questa ultima settimana risulta pertanto stabile. Intanto, il Pecorino romano Dop continua a confermare valori costanti in Borsa merci a Milano: dal 19 aprile - data dell'ultimo aumento - è attestato stabilmente a 8,45 euro al chilogrammo sui minimi e 8,65 sui massimi, prezzi confermati anche ieri sempre sulla medesima piazza.
 

Latte ovino, prezzi su anche con la rettifica

Secondo i dati rettificati da Ismea, il valore del latte ovino in Sardegna, al lordo dell'Iva e franco azienda nella rilevazione del 4 giugno 2021, oscilla tra un minimo di 0,85 euro al litro ed un massimo di 1,00 euro, media 0,92 euro al litro: in crescita del 15,6% sui prezzi monitorati da AgroNotizie dal 16 aprile al 28 maggio scorsi, quando si erano rilevati valori di 0,75-0,85 euro al litro.

Scompare da questa quotazione il "prezzo prevalente" da 1,10 euro al litro che aveva fatto "volare" la media ponderata dei prezzi per un evidente errore materiale dell'istituto. Questi valori corretti del 4 giugno sono stati altresì integralmente confermati dalla rilevazione Ismea dell'11 giugno, resa pubblica nel pomeriggio di ieri.

Sempre il 4 giugno scorso Ismea rileva poi i prezzi del latte ovino in Sardegna, in una diversa situazione territoriale e di mercato, a 0,75 euro al litro sui minimi e 0,90 sui massimi, per un prezzo medio di euro 0,87 al litro, ed un prezzo prevalente di 0,80 euro al litro, tutti valori sostanzialmente stabili sin dalla rilevazione del 16 aprile scorso e per il momento non ancora ulteriormente aggiornati all'11 giugno.

C'è da considerare che il Pecorino romano stabile - ma su prezzi elevati - e nonostante una campagna di trasformazione che volge al termine, attesa per fine luglio, ha offerto la possibilità ai pastori sardi di recuperare sul prezzo del latte a condizioni di mercato. Per raffronti con i prezzi delle settimane precedenti è possibile leggere l'articolo del 21 aprile 2021.
 

Prezzo del Pecorino romano ancora stabile

Ieri, 14 giugno 2021, in Borsa merci a Milano il Pecorino romano Dop con cinque mesi di stagionatura e più, alle condizioni di "franco magazzino di stagionatura" Iva esclusa, è stato nuovamente fissato a 8,45 euro al chilogrammo sui minimi e ad 8,65 euro sui massimi, registrando nuovamente lo stesso prezzo ininterrottamente raggiunto dal 19 aprile scorso in avanti, quando si era verificato l'ultimo aumento di 10 centesimi (+1,2%) rispetto alle quotazioni della precedente seduta del 12 aprile.

Il prezzo medio su base annua raggiunto dal Pecorino romano a giugno 2021 - secondo il Clal - è di 8,32 euro al chilogrammo, il 14,37% in più rispetto a quello espresso nello stesso mese del 2020. Il valore medio su base mensile del Pecorino romano a giugno 2021 si conferma così a 8,55 euro al chilogrammo, stabile su maggio scorso. Il prezzo medio di giugno 2021 è stato superiore del 16,33% rispetto a quello dello stesso mese del 2020, quando il formaggio tutelato era attestato ad un valore medio di 7,35 euro al chilogrammo.
 

L'ascesa dei prezzi frena export

In media sul primo trimestre del 2021, il prezzo di Pecorino e Fiore sardo sui mercati all'esportazione - rilevato da Istat ed elaborato dal Clal - è stato di circa 8,97 euro al chilogrammo, il 9,1% in più del primo trimestre 2020. Tale apprezzamento ha forse provocato ed in parte ha consentito di fare fronte ad una caduta della domanda in termini quantitativi del 10,6%, che in valore ha comportato una diminuzione del 2,5%: si sono così limitate le perdite a poco più di un milione di euro, con le esportazioni che hanno conservato un valore nel trimestre gennaio-marzo 2021 di poco al di sopra dei 40 milioni di euro, nonostante un calo in volumi pari a 531 tonnellate.
 

Un primo bilancio produttivo 2020/2021

In questa fase sono noti i quantitativi prodotti di Pecorino romano da ottobre 2020 a tutto marzo 2021, pari - secondo il Clal - a 16.582 tonnellate, in crescita del 13,7% sullo stesso periodo della campagna lattiero casearia 2019/2020, quando si erano invece prodotte 14.583 tonnellate di formaggio tutelato.