Recentemente, la Commissione europea ha chiesto all'Italia la restituzione di 70,9 milioni di euro versati dalle casse comunitarie nel periodo 2005-2007. La richiesta  deriva da controlli tardivi nel settore del latte. 

In effetti, il Regolamento comunitario 1392/2001, fissa un termine per la conclusione dei controlli presso gli acquirenti e presso i produttori che effettuano vendite dirette: essi devono essere conclusi entro 21 mesi dalla fine del periodo interessato, con percentuali minime di controlli da rispettare. 

In Italia, l'Agea, in quanto organismo pagatore nazionale, è competente per la gestione delle quote latte in generale mentre sono le autorità regionali o delle province autonome ad eseguire i controlli, attraverso la messa in atto di specifiche attività ispettive presso i produttori. 

Nel corso delle missioni di audit, gli ispettori della Commissione hanno però constato che le autorità italiane non avevano eseguito i controlli entro i termini previsti. Ad esempio, nell'ultima campagna interessata dalla rettifica, quella 2006/2007, è emerso, dai dati forniti dalle stesse autorità italiane che, per i controlli sulle vendite dirette, la Calabria aveva una percentuale di controlli tardivi del 40%, le marche del 100%, la Puglia del 60% e la Valle d'Aosta del 30%; per le consegne a livello dei produttori i controlli tardivi sono stati del 50% in Calabria e dell'87% in Puglia; per le consegne a livello degli acquirenti, del 67% in Calabria; del 50% in Friuli Venezia Giulia, del 100% nelle Marche e del 43% in Puglia.

La rettifica, come specifica la Commissione, è basata sulle consegne di latte totali delle "regioni più inadempienti" ed è maggiorata per quelle regioni Puglia, Trentino, Abruzzo e Lazio, che avevano già subito rettifiche in passato. La Commissione ha respinto le richieste di conciliazione dell'Italia, sottolineando che la carenza, accertata come "persistente", è relativa  ad un controllo "essenziale".  "Inoltre - osservano nella loro relazione i servizi comunitari - c'è purtroppo una lunga storia di frodi ed irregolarità accertate nel settore, esacerbate, come pare logico concludere, dall'insufficienza del regime di controllo".