La lunga crisi del Parmigiano Reggiano è ormai un ricordo. Interrotta a fine 2009 la lunga stagione di prezzi in flessione, il 2010 ha confermato il trend di crescita con una risalita dei prezzi che ha raggiunto una media 9,14 euro/kg, con un incremento del 19% sull’anno precedente e un +23,5% sul 2008, quando la media risultò pari a 7,40 euro/kg.
E' quanto emerso dall'annuale incontro con la stampa che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha organizzato per tratteggiare la situazione del settore e anticipare le tendenze per il futuro.
“Dopo anni di quotazioni al di sotto dei costi di produzione – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai – il 2010 ha finalmente segnato una decisa inversione di tendenza, ed è un evento tutt’altro che casuale: tre anni di flessione produttiva, l’ottimo andamento delle esportazioni e le azioni di ritiro effettuate nel 2008 e nel 2009 da parte dell’Agea, associate a quelle messe in atto dallo stesso Consorzio per le azioni promozionali sui mercati esteri (131.000 forme nel biennio), hanno consentito una forte riduzione delle scorte e il conseguente rilancio del mercato, confermando il fatto che una gestione ordinata dei flussi produttivi resta la più efficace arma per la tutela dei redditi dei produttori”.
I numeri
Il buon andamento del Parmigiano-Reggiano è confermato anche da altri valori: le giacenze, a novembre, risultavano in calo del 13,3% sull’anno precedente, e alla flessione dei consumi interni, pari all’1,2%, corrispondeva un incremento dell’export del 12%, ovvero cinque punti in più rispetto al 7% del 2009; la quota indirizzata oltre i confini nazionali sale così al 30%, ed incrementi record si sono registrati negli USA (secondo mercato dopo la Germania) con il 30% e in Giappone (+20%), mentre nella UE la crescita è stata dell’8,9%, del tutto analoga a quella del 2009.
Le iniziative
“Nel 2010 – sottolinea Alai – si sono aggiunte decisioni e atti importanti per lo sviluppo del comparto e la tutela dei consumatori. Le riforme statutarie adottate ad aprile hanno ampliato il peso dei consorziati nel governo del Consorzio (già protagonisti della prima assemblea non più limitata ai soli delegati), con una maggiore corresponsabilità e più alti livelli di coesione sulle decisioni e sulle azioni che riguardano quasi 3.500 allevamenti; la creazione della società commerciale “I4S”, interamente controllata dal Consorzio, ha offerto uno strumento in più per la gestione dei rapporti con Agea (alla quale ha consegnato quasi 32.000 forme oggetto di ritiro) e con il mondo degli esportatori (con ritiri appositi di prodotto selezionato a 18 mesi col marchio Extra destinato all’estero), mentre le modifiche del disciplinare di produzione, che finalmente ha avuto il via libera dalla UE, aggiungono forti impegni dei produttori ad esclusivo beneficio della tutela dei consumatori e dell’immagine del prodotto”.
Le novità
“Un insieme di norme giunte a buon fine dopo sette anni – evidenzia il direttore del Consorzio, Leo Bertozzi – che tra le novità più importanti registra il confezionamento del Parmigiano-Reggiano nella zona di produzione ed il rafforzamento del legame con il territorio sia per quanto riguarda l’alimentazione delle bovine (sale la quota di foraggio aziendale) che la loro provenienza, con una “quarantena” di quattro mesi per quelle provenienti da altre filiere produttive”. "Una misura cautelativa importante – continua Bertozzi – per evitare l’introduzione, nella filiera del Parmigiano-Reggiano, di animali che potrebbero essere stati alimentati con prodotti non previsti o espressamente vietati dal disciplinare, quali, ad esempio, prodotti insilati. Viene inoltre ribadito il divieto di additivi e l’obbligo, nei caseifici, di utilizzare, anche per altre produzioni, esclusivamente latte prodotto secondo il disciplinare del Parmigiano-Reggiano".
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