La piazza nazionale non registra variazioni dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ad esclusione dei formaggi grana, che da oltre un mese continuano a perdere terreno nelle quotazioni. Entrambi i grana perdono 5 centesimi di euro rispetto alla settimana scorsa. Il Parmigiano si posiziona a 7,65 €/kg, mentre il Grana Padano a 6,15 €/kg ad una distanza di 1,5 €/kg rispetto al Parmigiano. Sulle piazze internazionali prevale il segno negativo, complice anche il continuo indebolimento del dollaro rispetto alla moneta europea. Nel vecchio continente si registra un andamento negativo dei prodotti quotati sulla piazza tedesca. Il burro perde 6,5 centesimi rispetto alla quotazione della settimana scorsa posizionandosi a 2,91 €/kg, un andamento questo che pare persisterà anche nel prossimo futuro. La situazione non va certo meglio per l'Edam che perde 2 punti percentuali rispetto alla settimana scorsa e per il latte scremato in polvere che perde quasi 4 punti percentuali. In un solo mese le quotazioni del latte scremato in polvere hanno perso il 17% e il livello attuale del prezzo è inferiore di oltre 24 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'ano scorso. Il latte in polvere registra un andamento negativo anche nelle altre piazze. In Olanda cede lo 0,7%, mentre in Nuova Zelanda perde 3,8 punti percentuali, dato che risente fortemente dell’effetto monetario. Sulla piazza neozelandese, le altre variazioni sono da imputare solo ad effetti monetari, piuttosto che a variazioni delle quotazioni. In Polonia invece, si registra un buon rialzo del prezzo del burro che guadagna il 2,4% rispetto alla settimana precedente. Il burro risulta in aumento anche sulla piazza americana dove registra un aumento del 3,4%. Per quanto riguarda i prodotti per l’alimentazione animale evidenziamo l’aumento del 5,1% del prezzo della soia sulla piazza di Rotterdam e del 4,2%, sempre della soia, sui futures di Chicago. In diminuzione, questa settimana, le quotazioni dell'orzo nazionale.

Questa settimana osserviamo....
Le consegne di latte bovino in Francia, che da diverso tempo mostravano una tendenza ristagnante se non declinante, hanno subito nei mesi recenti una sensibile accelerazione. A seguito dell'aumento del prezzo del latte in ottobre, e del rilassamento delle regole sulle quote operato dal ministero dell'Agricoltura (che ha consentito un superamento delle quote individuali sino al 15% senza incappare nel prelievo supplementare), a partire da novembre la tendenza ha mostrato consistenti segni di inversione. Infatti la situazione che si era venuta a creare destava forti preoccupazioni soprattutto nell’industria di trasformazione, che vedeva compromesse le sua possibilità di approvvigionamento. Ad un differenziale positivo (sui dodici mesi) dell'1% in novembre ha fatto seguito un +3,3% in dicembre ed addirittura un +6,8% in gennaio.  In questo modo la variazione cumulata delle consegne di campagna, che era negativa fino a dicembre, è passata nel campo positivo ed è ora facile prevedere che la chiusura del 2007/08 vedrà un progresso sul 2006/07. Se lo scarto mese su mese del 6-7% osservato a gennaio si dovesse ripetere anche a febbraio e marzo, le consegne di campagna supererebbero quelle dell'annata precedente di un 1,2-1,3%. In ogni caso esse rimarranno assai al di sotto della quota nazionale: il deficit si quantificherebbe in oltre 430 milioni di litri di latte, pari a quasi il 2%, mentre per avere un livello di consegne pari alle quote dovremmo assistere, sempre in febbraio e marzo, ad una crescita della produzione addirittura del 18% rispetto agli stessi mesi dell'anno scorso.  


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