È noto come Dow AgroSciences e Makhteshim Agan siano le protagoniste del processo di difesa del clorpirifos a livello europeo. Questo estere fosforico è peraltro uno dei pochi rappresentanti di questa famiglia ad essere sopravvissuto alla falcidia continentale e per questa ragione va preservato con attenzione per poterne sfruttare ancora le qualità nel prossimo futuro.
La valutazione dei rischi a carico degli organismi acquatici esposti a clorpirifos ha però reso necessarie misure di "mitigazione" atte a ridurre la diffusione di questa sostanza attiva nel comparto acquatico.
Proprio in tal senso, nel 2011 in Inghilterra è nato il progetto "Saynotodrift", tradotto in italiano "dire no alla deriva", concepito per promuovere l’impiego di ugelli antideriva per le applicazioni in frutticoltura e cerealicoltura. L'abbattimento del drift durante i trattamenti è infatti il primo passo per scongiurare effetti indesiderati sugli organismi non bersaglio.
In Italia è invece stato implementato quest'anno il progetto di ricerca "Miralbersaglio", portato avanti dal Deiafa, ovvero il Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale dell’Università di Torino. Il progetto prevede due aree pilota, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, e due colture di riferimento, ovvero melo e vite. La sperimentazione di concluderà nel corso del 2013 e i suoi risultati potranno arricchire il bagaglio di conoscenza sul tema della deriva in frutti-viticoltura.
 
Recentemente, Dow AgroSciences ha anche organizzato in Trentino una giornata dimostrativa in campo circa i benefici derivanti dall'uso di ugelli antideriva, grazie ai quali si minimizzerebbe l’esposizione al clorpirifos a carico di astanti, residenti e aree limitrofe ai campi.
Le informazioni ricavate da queste prove di campo potranno peraltro essere utilizzate per la migliore comprensione delle metodiche di mitigazione dell'uso di altre sostanze attivi utilizzate in frutticoltura.