DuPont de Nemours ha immesso sul mercato un nuovo insetticida insieme a un modo del tutto originale di concepire la lotta ai lepidotteri. Il suo nome è Altacor, la sua sostanza attiva è il chlorantraniliprole e il suo campo da gioco è quello dove crescono le colture orticole più pregiate del Belpaese. Le uniche, a quanto pare, che continuano a garantire un reddito interessante all'agricoltura italiana. Solanacee, cucurbitacee, insalate, brassicacee. Colture di cui vanno ghiotti non solo gli esseri umani, ma anche pericolosi fitofagi come Spodoptera exigua e littoralis, Autographa gamma (plusia), Helicoverpa armigera, Mamestra brassicae, Pieris brassicae e rapae, Ostrinia nubilalis, Plutella xilostella, Chrysodeixis chalcites e infine, non poteva certo mancare all'appello, la Tuta absoluta. Anche un coleottero ricade nel suo spettro d'azione ed è la Leptinotarsa decemlineata, o dorifora, fitofago che affligge sovente la melanzana.
Capostipite della famiglia chimica delle antranilammidi, Altacor è formulato come granuli idrodispersibili al 35% di sostanza attiva, identificata da due sinonimi: chlorantraniliprole e rynaxypyr. Comunque lo si preferisca chiamare, questo insetticida agisce su un sito d'azione completamente differente da quelli fino a ora conosciuti.

E' infatti sui recettori rianodinici delle fibre muscolari della larva dell'insetto che Altacor esplica il proprio controllo. Questi recettori regolano i flussi dello ione calcio tra "citosol", o fluido intracellulare, e il "lumen", ovvero lo spazio compreso tra le due membrane. In questo modo le cellule non possono utilizzare corretamente lo ione calcio e l'insetto va presto incontro a paralisi e successiva morte. Proprio grazie a questo modo d'azione alquanto originale, Altacor non mostra resistenza crociata con alcuno degli insetticidi attualmente presenti sul mercato. Un pregio ancor più utile quando si deve controllare un fitofago molto adattabile come la Tuta absoluta, per esempio.

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