Esempio internazionale di tenacia, il celebre benzimidazolico carbendazim, ultimo superstite della pattuglia dei “magnifici sei” principi attivi (carbendazim, procymidone, metamidophos, vinclozolin, flusilazole e fenarimol) che nel 2006 hanno concluso tra le divisioni la prima fase della revisione europea, ha ottenuto il rinnovo dell'autorizzazione europea sino a novembre 2014.

Vi sono delle limitazioni sulle colture e sui dosaggi massimi: potrà essere autorizzato solo su cereali (250 g/ha di principio attivo), colza (250 g/ha di principio attivo), barbabietola da zucchero e da foraggio (75 g/ha di principio attivo) e mais (100 g/ha di principio attivo).

Non potrà essere utilizzato nei trattamenti aerei, con la pompa a spalla e tantomeno per il giardinaggio domestico.

Non mancano le criticità sulle quali gli Stati membri dovranno approfondire la valutazione dei dossier dei nuovi prodotti (principalmente nei paesi del Centro Europa, in Italia non ci sono più prodotti autorizzati da tempo): protezione degli organismi acquatici, rischio a lungo termine per gli uccelli, protezione degli operatori. Infine il notificante dovrà presentare una importante lista di documentazione aggiuntiva sulle impurezze, sul destino e comportamento ambientale e sull'ecotossicologia.

Il provvedimento è stato pubblicato sulla GU dell'Unione europea L122 dell'11 maggio 2011.

Per saperne di più

Direttiva 2011/58/UE della Commissione, del 10 maggio 2011, che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio al fine di rinnovare l’iscrizione della sostanza attiva carbendazim (1)

 

Errata corrige
Nel nostro resoconto sulla riunione dello Standing Committee on the Food Chain and Animal Health (sezione Pesticides-legislation) del 4-5 Maggio il voto sul rinnovo dell'iscrizione in allegato 1 del Carbendazim risultava rimandato. Evidentemente non è così e ce ne scusiamo.