Dopo aver catalizzato l'interesse dei visitatori e degli operatori qualificati all'ultima edizione di Fieragricola di Verona (7-10 febbraio), presentando il progetto di una filiera completa dal legno all'energia e dimostrandone anche in termini economici la convenienza, il Cner (Consorzio nazionale energie rinnovabili agricole) presieduto dal cremonese Angelo Scaravonati si lancia in nuove sfide. Quattro, in particolare, i progetti nuovi che la holding nata nel settembre 2005, e che coinvolge quattro società italiane (Franco Alasia Vivai di Cuneo, Rinnova di Cremona, Biomasse Europa di Padova e Atena di Terni, più alcune affiliate, Idealservice Bioenergie di Udine e Ri- Kraft di Brescia), ha messo in campo. Opportunità estremamente interessanti, che proietteranno il Cner a stringere partnership in Italia, in Europa e negli Stati Uniti per una superficie a legname da biomassa ad accrescimento rapido (Srf, Short rotation forestry) di oltre 14 mila ettari, il 60% dei quali all'estero. 'Grandi manovre', in Italia e all'estero dopo Fieragricola di Verona. A livello sperimentale il Cner ha sottoscritto una collaborazione con la società statunitense Green Wood, realtà privata fra le più importanti del Nord America nell'ambito della produzione del legno, con oltre 10 mila ettari coltivati a cloni sperimentali di nuova generazione. 'Con Green Wood', spiega Angelo Scaravonati, 'il Cner ha raggiunto un accordo per lo scambio di know how relativamente alle fasi colturali e ha fornito, tramite la Franco Alasia Vivai, le varietà clonali di piante ad accrescimento rapido'. Cloni, per i tecnici, conosciuti come 'AF2, AF8 e Monviso', coltivazioni che consentono tagli biennali, quadriennali e quinquennali, con una elevata resa per ettaro di biomassa legnosa, 'dell'ordine', precisa Scaravonati, 'delle 40 tonnellate ad ettaro per anno'. Sempre sul fronte estero prosegue, invece, ormai dal 2006, il rapporto in Ungheria con l'azienda agricola Drawa (di proprietà del Gruppo Benetton) attraverso la società Rinnova. Alla famiglia di imprenditori trevigiani, in particolare, il Cner ha fornito le piante, la tecnologia per il trapianto e continua a fornire l'assistenza nella cura delle biomasse legnose a scopo energetico, per una superficie di 250 ettari. Una superficie che è destinata a crescere nei prossimi 3-5 anni e che vede il Cner già adesso impegnato complessivamente in Ungheria con superfici che superano i 600 ettari. 'Il mercato estero', puntualizza Scaravonati, 'ci vedrà sempre più impegnati nei prossimi anni. L'interesse per le biomasse ad accrescimento rapido per la produzione di energia dal legno attrae molto interesse e di conseguenza, tenuto conto sia delle esigenze ambientali e di risparmio energetico che di avere un reddito aggiuntivo e connesso all'agricoltura, anche gli investimenti'.