Non solo uva dai nostri vigneti. Dalla potatura della vite, infatti, e con l’aiuto della giusta tecnologia, è possibile recuperare residui legnosi da destinare alla produzione di calore o elettricità, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente. “In effetti -conferma Raffele Spinelli, dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr di Firenze- tali residui possiedono le caratteristiche ideali per la conversione in energia. I vigneti distribuiti sul territorio nazionale potrebbero restituire circa 3 milioni di tonnellate di biomassa”.
Attualmente, però, la gestione di questo materiale costituisce più che altro un problema di smaltimento e un costo. ”Per ottenere il massimo vantaggio, in termini sia economici sia ecologici -continua Spinelli- sarebbe però necessario organizzare efficienti cantieri di raccolta". In questa direzione l’Ivalsa ha iniziato la sperimentazione in campo di macchinari, in particolare imballatrici e trinciacaricatrici, le due principali tipologie. Le prime consentono di raccogliere i sarmenti in balle di forma e dimensioni omogenee, sfruttando al meglio la capacità di carico dei mezzi di trasporto. Le trinciacaricatrici tagliuzzano i legnetti producendo un materiale inferiore ai 5 cm, che può essere movimentato più agevolmente rispetto alle balle”.