“Il Parco Nazionale dell’Everest (Sagarmatha National Park, Snp), circondato dalla catena himalayana, costituisce un esclusivo punto di osservazione per lo studio dei cambiamenti climatici e per conoscerne gli effetti sul nostro pianeta”, spiega il presidente del Comitato Ev-K2-Cnr, Agostino Da Polenza. E proprio mentre la spedizione scientifica italiana, guidata da Da Polenza, è appena arrivata alla Piramide sull’Everest (realizzata e gestita dal Comitato a 5.050 metri di quota), giungono dal Tetto del Mondo alcuni dati di grande preoccupazione che evidenziano l’arretramento dei ghiacciai e l’innalzamento delle temperature in alta quota. “I risultati sui cambiamenti intervenuti sui laghi e sulle masse glaciali del Parco evidenziano che la diminuzione della copertura glaciale del Snp tra la metà del ‘900 ed il 1992 è pari al 4,6%, con una diminuzione della loro pendenza, da 27% a 23%”, spiega Franco Salerno, ricercatore dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr di Brugherio (Mi). Dati preoccupanti giungono anche dall'elaborazione dell’Irsa-Cnr sulla base dei rilevamenti effettuati dalle stazioni che Ev-K2-Cnr ha posizionato lungo la nepalese Valle del Khumbu, presso le località di Lukla (2850 m. slm), Namche Bazar (3400), Pherice (4200) e presso la Piramide Ev-K2-Cnr. "Il regresso dei ghiacciai è connesso con l’aumento della temperatura globale del Pianeta”, sostiene Gianni Tartari dell’Irsa-Cnr e presidente del Consiglio scientifico di Ev-K2-Cnr. “Si conferma la tendenza rilevata a fine anni ’90 con le registrazioni condotte in 49 stazioni climatiche in tutto il Nepal da gruppi di ricerca che mostravano un incremento medio di 0.06 ºC/anno tra il 1977 e il 1994”. “Questi dati confermano come il nostro impegno nel monitoraggio climatico e ambientale di quest’area sia nodale”, conclude Da Polenza. “L’Asia è, date le sue condizioni e le sue tendenze demografiche, socio-economico e industriali, un continente cruciale per le sorti del pianeta”.