brevetti sulle nuove varietà vegetali sono uno strumento sempre più diffuso per la creazione di valore aggiunto nelle produzioni, e quindi di conseguenza, per cercare una maggiore redditività. Abbiamo intervistato l'avvocato Cecilia Zanzi, titolare di uno studio legale nel ferrarese, esperta di questo particolare segmento giuridico.

In che cosa consistono i brevetti sulle nuove varietà vegetali?
"Il brevetto vegetale, sia nazionale, che comunitario (quest'ultimo più propriamente privativa vegetale comunitaria), è un titolo di protezione rilasciato in presenza di particolari requisiti di distinzione, omogeneità, stabilità e novità della nuova varietà vegetale, che concede al titolare, per tutta la durata della protezione, l’esercizio esclusivo di determinate attività in relazione alla varietà brevettata, nel territorio nazionale, oppure, nel caso della protezione comunitaria, con un'unica domanda, contemporaneamente, in tutti i Paesi nella Ue.
I diritti conferiti dal brevetto vegetale nazionale, ai sensi dell'art. 107 del Codice della Proprietà industriale e dalla privativa vegetale comunitaria, ai sensi art. 13 del Regolamento CE 2100/94, sono i medesimi e comprendono le seguenti attività in relazione al materiale vegetale della varietà (piante e parti di piante), di esclusiva del titolare di un brevetto o di una domanda di brevetto: produzione, vendita, esportazione, importazione e detenzione del materiale vegetale per uno degli scopi summenzionati. Dette attività, pertanto, sono vietate a coloro che sono privi di autorizzazione.
Le medesime attività sono vietate anche con riferimento al prodotto del raccolto (frutta), se proveniente da piante moltiplicate illegalmente. In questo caso, la protezione derivante dal brevetto si estende al prodotto finale per consentire al titolare della protezione di risalire da questo alla moltiplicazione illegale delle piante, ovvero alla violazione del brevetto
".

In che modo i brevetti possono creare valore aggiunto e dare un impulso alla redditività dell’impresa agricola?
"La protezione conferita dal brevetto vegetale è il miglior strumento di controllo della diffusione della novità vegetale, in quanto consente di creare il presupposto per la concessione di licenze di moltiplicazione e vendita a vivaisti qualificati, in cambio del versamento di royalty, in modo che la varietà possa essere mantenuta in purezza e sanità attraverso le successive moltiplicazioni. Uno sfruttamento controllato della novità vegetale ne evita la dispersione ed è in grado di mantenere elevata la qualità della produzione ed il livello di redditività.
La programmazione ed il controllo della produzione possono essere più facilmente attuati attraverso la formula del club - come è stato fatto con talune varietà di melo di pregio - ovvero un sistema di controllo di tutta la filiera, con una produzione contingentata ed un circuito commerciale organizzato, in grado di garantire standard qualitativi elevati e prezzi remunerativi, nel quale vivaisti, coltivatori e distributori s'impegnano a seguire le regole del club.
In queste condizioni l'offerta non è mai superiore alla domanda ed il prezzo può essere mantenuto elevato, anche perché riferito ad un prodotto di pregio. In tale contesto, l'agricoltore può assumere una duplice veste.
Se l'agricoltore è il costitutore di una nuova varietà, potrà sfruttarla attraverso la concessione di licenze di produzione e vendita a vivaisti ed incassare le relative royalty, che costituiscono però un introito di carattere commerciale, perché derivante da attività non connessa all’esercizio dell’agricoltura, in quanto, fiscalmente, le royalty non possono costituire integrazione del reddito dell'agricoltore, come invece accade con l'attività agrituristica.
Se l'agricoltore, invece, è un coltivatore che ha aderito al club, ovvero all'associazione che controlla la filiera della produzione, coltivazione e vendita di una varietà brevettata, allora avrà un prodotto di pregio, qualitativamente elevato, da immettere sul mercato ad un prezzo che, anche depurato dei costi dei servizi della distribuzione, sarà sempre più remunerativo di quello delle varietà comuni
".

Qual è l’apporto della consulenza legale in tale ambito?
"L'apporto della consulenza legale è fondamentale anche nel corso della procedura di brevettazione e per la difesa dei diritti di brevetto in sede stragiudiziale. Infatti, nella fase amministrativa della domanda di brevetto, l’assistenza legale è di ausilio per l’individuazione della sussistenza dei requisiti per la protezione, per fornire l'apporto per la corretta compilazione della domanda di brevetto e per tenere i contatti con gli uffici brevetti nel corso della procedura di brevettazione.
Nella fase stragiudiziale di tutela dei diritti di brevetto e repressione della contraffazione, la consulenza legale principalmente si esplica con la redazione di contratti di licenza, diffide, transazioni, redazione di comunicati da pubblicare sulle riviste del settore, recanti informazioni circa le varietà brevettate ecc… tutte attività di consulenza ed assistenza molto interessanti, non solo perché svolte in favore di operatori del comparto agricolo, così importante per il nostro Paese, ma altresì per l’opportunità fornita ad un legale di svolgere un ruolo diverso da quello tradizionale della difesa in giudizio
".