E' coltivato per lo più lungo la Riviera dei cedri, la costa tirrenica cosentina da Tortora a Cetraro, dove si produce il 98% della produzione nazionale.
“Il cedro è un prodotto unico della nostra terra, un frutto che ha una storia, una propria identità ed è il simbolo di un intero territorio. Su di esso dovremo investire molte risorse ed energie”. E’ quanto ha detto Oliverio, intervenendo sabato scorso ad un convegno svoltosi all’interno della Festa della raccolta del cedro che si è tenuta anche quest’anno a Santa Maria del Cedro.
Oliveiro ha ricordato che sin da assessore regionale all’Agricoltura fece approvare una proposta di legge che stabilì la salvaguardia dei terreni coltivati a cedro dal punto di vista del consumo del suolo, al fine di frenare il declino di questa coltura: nel 1970, infatti, la Calabria produceva 50mila quintali, contro i 7000 degli ultimi anni. Ha inoltre invitato gli agricoltori ed i produttori a compiere un ulteriore salto di qualità.
“Questo salto - ha detto Oliverio - consiste nel fare di questo prodotto un valore aggiunto per la nostra Regione. Non possiamo permettere che esso si sposti in altre Regioni del Paese. La lavorazione, la trasformazione e tutte le fasi preliminari alla commercializzazione devono svolgersi quasi interamente all’interno del nostro territorio. Per questo motivo rivolgo agli amici del Consorzio del cedro l’invito ad aprire subito il cantiere della progettazione e ad approntare un progetto di valorizzazione capace di determinare l’affermarsi di quel valore aggiunto a cui ho accennato prima. Le risorse ci sono e sono allocate nel Piano di Sviluppo Rurale approvato circa venti giorni fa dalla Commissione europea con un giudizio estremamente positivo”.
“Non perdiamo tempo – ha esortato ancora il presidente - da subito occorre rendere operativi gli strumenti della programmazione comunitaria e lavorare per la valorizzazione di un prodotto che è unico e che non ha alcuna competizione né all’interno del nostro Paese né in altri Paesi della Comunità europea”.