Con una produzione di circa 297.000 tonnellate, quest'anno l’offerta italiana si è posta su livelli più elevati rispetto ai quantitativi prodotti nel 2012/2013, stagione peraltro caratterizzata da una produzione molto deficitaria.
Le vendite di Abate, che avevano seguito un andamento piuttosto lento nella fase iniziale della stagione, nelle ultime settimane invece registrano un’inversione di tendenza piuttosto importante, con una richiesta e un consumo in decisa ripresa sia sul mercato interno che sul mercato estero.
Sulla base delle rilevazioni effettuate dal Cso a metà febbraio in Emilia Romagna, la principale Regione produttrice di Abate a livello nazionale, risultano in giacenza circa 75.000 tonnellate di Abate, con vendite quindicinali che nell’ultime due rilevazioni risultano prossime alle 25.000 tonnellate, il 50% in più di quanto collocato quindicinalmente ad inizio stagione.
"Questo è un dato significativo - commenta Elisa Macchi, direttore del Cso - in quanto sulla scia di questa recente tendenza che sembra essere confermata anche dalle informazioni di questi giorni, facendo una semplice proiezione, il termine della campagna di commercializzazione delle pere Abate dovrebbe avvenire nei tempi normali di commercializzazione e molto più in anticipo di quanto stimato ad inizio campagna".
"Per una corretta lettura dei dati - continua Macchi - va inoltre ricordato che il confronto con l’anno scorso, che mette in luce un quantitativo in giacenza significativamente maggiore, non è esaustivo della situazione reale in quanto la campagna 2012/2013 era stata caratterizzata da un ritmo di vendita più veloce del consueto e da una produzione come si è già detto ai minimo storici".
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