Ad aprire i lavori l’assessore provinciale all’Agricoltura di Ferrara, Davide Nardini, che ha posto l’attenzione “sull’altalenante produttività che la mela ha avuto negli ultimi anni a Ferrara, ma che ha dimostrato una leggera ripresa supportata da un’estensione di 500 ettari in allevamento, sui 2500 ettari totali investiti da tutte le altre principali specie frutticole”.
L’illustrazione della mostra è stata invece affidata a Roberto Colombo di Astra - Innovazione e Sviluppo, che ha presentato i campioni esposti provenienti da zone di pianura e collinari di Imola, Ravenna, Ferrara e Forlì.
Si è trattato di una scelta geografica ben precisa, per mettere in evidenza le caratteristiche quali-quantitative della mela di pianura, rispetto a quella di montagna.
Nella prima parte dell’evento si è parlato della mela rossa - che attualmente il mercato predilige - e dei molti campioni esposti. “Noi in pianura possiamo ottenere una mela rossa competitiva? - ha esordito Colombo -. Dal momento che l’aspetto, ovvero colore e pezzatura, rappresenta ancora per il mercato un requisito importante sia per l’agricoltore che per il consumatore”. Il primo, perché può ottenere dalle cooperative o dalle aziende alle quali consegna il prodotto un prezzo migliore, il secondo perché, al momento della scelta sui banchi del supermercato, viene maggiormente attratto. “Dobbiamo però dire - prosegue Colombo - che nelle zone di pianura è possibile ottenere una colorazione rossa interessante, ma non come nelle zone di montagna o nelle zone vocate per questa specie frutticola. E’ quindi importante, per cercare un rilancio di questo frutto, puntare soprattutto sulle qualità organolettiche supportate da una colorazione accettabile, cioè sufficientemente rosse e slavate come ad esempio Jeromine e Red Cup. Il miglioramento genetico, infatti, è quasi tutto rivolto alle zone di montagna, ed è quindi necessario svolgere attività di ricerca per ottenere varietà interessanti e competitive per il mercato”.
Alcuni esempi interessanti di pianura sono rappresentati da selezioni simili a Forlady, ottenute presso l’Istituto sperimentale per la Frutticoltura di Forlì, con bel colore rosso slavato e resistenti alle scottature, e da una nuova varietà presentata dal Civ, Centro italiano vivaisti, la Modì® CIVG198*, che si può definire a pieno titolo resistente alla Ticchiolatura, un requisito sempre più importante nella melicoltura moderna che consente di limitare i costi e di avere un’interessante effetto ambientale.
All’interno della mostra erano presenti anche campioni di pero per fare a fare il punto della situazione della pericoltura in Italia, soprattutto nella zona di Ferrara. In particolare si ricorda la varietà Santa Maria, William, Conference, Abate Fetel e Kaiser.
Interessanti - ma che non hanno mantenuto le aspettative iniziali - Carmen, Harrow Sweet, Rosada e Decana del Comizio.
Infine, la novità che il mercato propone, è la francese “Angelus”, che presenta buona produttività, elevata pezzatura, buone caratteristiche organolettiche, soprattutto dopo adeguata ed accurata conservazione (incrocio tra Decana d’inverno x Decana del Comizio).
Per informazioni:
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Fonte: Agronotizie