"Non può esistere un progetto di sviluppo e di crescita del nostro territorio senza il coinvolgimento del settore dell'agricoltura". Queste le parole di Paolo Govoni, vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, in apertura di "Campi di futuro. Le scelte di oggi per l'agricoltura di domani", l'appuntamento del Food&Science - Lab Ferrara dello scorso 17 ottobre.
Un momento di confronto e di discussione molto partecipato sull'evoluzione dell'agricoltura nazionale ed europea e sul rapporto che questo settore ha con l'innovazione e la ricerca scientifica. "Un momento - ha spiegato Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara - che mette sotto lo stesso tetto quattro soggetti cruciali per le nostre società: il mondo della politica, il mondo della scienza e della ricerca, il mondo dell'agricoltura e i cittadini, ovvero i consumatori".
Pac post 2027, ricambio generazionale, digitalizzazione e transizione energetica sono stati i temi affrontati nel corso della quarta edizione del Lab di Ferrara che anticipa il Food&Science Festival di Mantova, l'evento promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da Frame - Divagazioni Scientifiche e organizzato da Mantova Agricola.

Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara, in apertura dei lavori della giornata
(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)
Le sfide dell'agricoltura
Dopo una parentesi sull'agricoltura del territorio a cura di Matteo Fornasini, assessore al Bilancio, Contabilità, Tributi, Società Partecipate, Turismo, Promozione del Territorio, Agricoltura, il quale ha dichiarato che "l'agricoltura ferrarese produce un valore pari al 5,2% del totale provinciale", ci si è spostati su una visione più in grande del comparto.
Perché oggi è importante parlare di agroalimentare europeo e perché questo settore rappresenta un pilastro economico, sociale e politico?
A queste domande ha risposto l'esperto di politiche agricole, già professore di Politica Economica e Agroalimentare presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna Roberto Fanfani con un dato su tutti. "In Europa - ha affermato Fanfani - abbiamo una leadership mondiale in questo settore e inoltre dobbiamo alimentare 450 milioni di consumatori".
Ma le sfide e le incertezze che si trova davanti il settore non sono poche. "Viviamo un momento di confusione, di crisi, di tante domande - ha affermato Francesco Manca - e oggi siamo anche in un momento cruciale perché si discute la nuova Pac, un momento che disegnerà il futuro dell'agricoltura dei prossimi cinque-sette anni".
La partita dunque è molto importante "e - ha continuato Manca - sono almeno quattro le sfide cruciali da affrontare: la libertà di ricerca, quindi poter avere una ricerca, in particolare genetica, che permetta di avere piante in grado di resistere al cambiamento climatico; la difesa delle colture; un sistema di gestione del rischio che sia al passo con i tempi; e infine una Pac all'altezza dei tempi".
A proposito di Politica Agricola Comune, la giornata ha visto anche un acceso dibattito sulla nuova Pac grazie a una tavola rotonda con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e cinque europarlamentari: Stefano Bonaccini (Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici), Raffaele Stancanelli (Gruppo Patrioti per l'Europa), Stefano Cavedagna (Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei) e Salvatore De Meo (Gruppo del Partito Popolare Europeo) e Dario Nardella (Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici) in collegamento.
Tema centrale, appunto, la tanto discussa riforma della Pac e la necessità di dimostrare che la Politica Agricola Comune non è un argomento che tocca soltanto gli agricoltori, ma tocca tutti i cittadini.

Un momento della tavola rotonda sulla Pac oltre il 2027
(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)
Sos ricambio generazionale
Alle quattro sfide elencate da Manca se ne potrebbe aggiungere una quinta, quella del ricambio generazionale. Sì, perché l'agricoltura è un settore che sta invecchiando. Attualmente l'età media di un agricoltore nell'Unione Europea è di cinquantasette anni; solo il 12% degli agricoltori ha meno di quaranta anni e rientra quindi nella categoria dei giovani agricoltori. Tale squilibrio rappresenta un rischio per la sicurezza alimentare a lungo termine, l'autonomia strategica dell'Ue nella produzione alimentare e la sostenibilità del panorama agricolo europeo.
Si sta riducendo anche il numero di giovani che vive nelle zone rurali. Tra il 2013 e il 2019 il numero di giovani di età compresa tra i quindici e i ventiquattro anni che viveva nelle zone rurali dell'Ue-28 è sceso da 3,6 milioni a 1,9 milioni, mentre il numero di quelli di età compresa tra i venticinque e i ventinove anni è diminuito da 6,9 milioni a 5,9 milioni.
Altro aspetto da considerare è quello dell'affitto delle terre, perché anche se un numero elevato di agricoltori più anziani è proprietario della terra, le generazioni più giovani spesso ricorrono all'affitto: gestiscono infatti circa 15 milioni di ettari in affitto e sono proprietari di 10 milioni di ettari.
L'accesso alla terra e al credito restano gli ostacoli principali per i giovani agricoltori.
In considerazione di tutto questo, recentemente la Commissione Europea ha presentato una strategia per il ricambio generazionale in agricoltura che ha l'obiettivo di raddoppiare la quota di giovani agricoltori nell'Ue entro il 2040. E per farlo sono state individuate cinque leve d'azione principali, ovvero: accesso alla terra, finanziamenti, competenze, tenore di vita equo nelle zone rurali e sostegno alla successione.
Leggi anche Cosa chiedono i giovani agricoltori all'Ue?
Un premio per la formazione
L'appuntamento ferrarese, nella cornice di Palazzo Roverella, è stato anche l'occasione per consegnare il Premio Innovazione e Scuola. Un riconoscimento, alla sua prima edizione, che è stato assegnato all'Istituto d'Istruzione Superiore Vergani-Navarra di Ferrara: mille euro da destinare alla formazione scolastica relativa all'uso delle nuove tecnologie, nello specifico i droni, per favorire un graduale processo di innovazione.
"Crediamo che attraverso la formazione aperta alla tecnologia e puntata sulla tecnologia potremo affrontare le sfide del futuro", ha concluso Francesco Manca.






























