Sono attaccato alla tradizione anche se credo fermamente nell'innovazione. Nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare di tradizione e sovranità alimentare: si tratta, a mio avviso, di due concetti piuttosto relativi. La tradizione è infatti un continuo divenire: se l'Italia non fosse un Paese da sempre splendidamente aperto e tollerante, la nostra agricoltura e la nostra cucina non avrebbero adottato (e poi trasformato) mille e mille prodotti, ingredienti e ricette da ogni parte del Mondo.

 

Lo storico Massimo Montanari ci ha spiegato da tempo ("Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro" - Laterza, 2019) che ricercare le origini della nostra identità non ci porta quasi mai a ritrovare ciò che eravamo, bensì altre culture, altri popoli, altre tradizioni, dalla cui mescolanza si è prodotto ciò che siamo diventati. La tradizione italiana è infatti inclusione ed elaborazione. Bisogna elaborare per evolversi. E l'evoluzione, nel mondo moderno, significa adattarsi alle nuove tendenze del mercato.

 

Se parlo di vino, l'argomento innovazione può farsi particolarmente spinoso: il vino come diceva Hemingway è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo o anche, per stare al mio grande Mario Soldati: "…per l'anima ciò che l'acqua è per il corpo". Se il vino dealcolato possa portare a simili riflessioni proprio non lo so (…temo di no).

Sta di fatto che il 50% degli abitanti del Pianeta gli alcolici e il vino, per differenti ragioni, manco li toccano - che in tutti i paesi occidentali il consumo di bevande alcoliche è in netto ribasso - che tutti i prodotti salutistici sono in fortissimo rialzo.

 

Dal punto di vista marketing qualche lampadina si deve allora accendere. Un recente studio realizzato dagli amici di Aretè, per conto della DG Agri della Commissione Europea, ha definito il mercato delle bevande low/no alcol nell'Unione Europea pari a 7,5 miliardi di euro. Il settore più interessato è quello della birra anche se il vino ha già dati di tutto rispetto: il mercato annuo nell'Ue è pari a 322 milioni di euro. Un mercato in sviluppo che potrebbe essere (molto) utile intercettare. I ricercatori e gli innovatori sono avvertiti: se il vino è la poesia della terra (cit. sempre Mario Soldati) la sfida è quella di mantenere un po' di poesia - ma senza ebbrezza