"Efh Environment, food & health" è il progetto per uno stile di vita sano basato su ambiente, cibo e sostenibilità.
Coordinato dalla Fondazione Edmund Mach, coinvolge nove centri di ricerca in ambito Euregio e le Provincie di Trento, Bolzano e Innsbruck con la collaborazione del Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. 

Il presidente della Fem, Andrea Segrè, in occasione della presentazione ufficile tenutasi l'11 dicembre scorso, ha spiegato: "Questo progetto fa bene al territorio in due modi: incentivando il consumo di prodotti locali si va ad aumentare il reddito delle imprese agricole trentine, altoatesine e tirolesi. Contestualmente, promuovendo uno stile di vita sano, diminuisce la spesa sanitaria pubblica. A questo dobbiamo aggiungere i riflessi positivi di una dieta sostenibile sull'ambiente".

"Alla base di 'EFH' - ha affermato Segrè - c'è il concetto circolare 'One Health': la salute dell'essere umano e degli ecosistemi, infatti, è strettamente legata. Per accompagnarci in questo percorso di ricerca e formazione intrapreso con i nostri 12 partner euroregionali, abbiamo invitato a San Michele tre dei maggiori esperti europei della dieta mediterranea e della nutrizione. Con loro certificheremo la possibilità di declinare lo stile di vita mediterraneo a livello alpino".

Le istituzioni protagoniste di questo progetto: la Fondazione Edmund Mach, il Servizio di Nutrizione clinica dell'Ospedale di Bolzano, il Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell'Ospedale Santa Chiara, la Libera Università di Bolzano, l'Università degli studi di Trento, l'Accademia Europea di Bolzano (Eurac), la Leopold Franzens University Innsbruck, il Centro di Sperimentazione Laimburg e University for Health Sciences, Medical sciences and technology di Hall in Tirol.

Il piano, coordinato da Kieran Tuohy, responsabile del dipartimento qualità alimentare e nutrizione della Fem, si occupa delle crescenti sfide socioeconomiche delle malattie croniche legate all'età e all'obesità, e affronta l'interfaccia di ambiente, genetica, metaboloma, microbioma, cibo e salute, legata all'obesità e all'invecchiamento.

"La missione del progetto è creare le basi scientifiche per nuovi protocolli clinici per combattere l'obesità e le malattie croniche legate all'età, fornendo soluzioni innovative e nuovi prodotti, valorizzando le catene di produzione alimentare regionale salvaguardando l'ambiente naturale" ha commentato Fulvio Mattivi del Centro agricoltura alimenti ambiente Fem - UniTrento.

"Gli obiettivi verranno realizzati - ha proseguito Mattivi - dispiegando tre linee di attività: un ciclo di conferenze che costituiranno un corso avanzato teorico-pratico su 'Alimentazione, nutrizione e salute - prevenzione delle malattie croniche'; una rete di formazione a livello di dottorato dove i gruppi di ricerca sui tre territori partner verranno integrati da 12 giovani ricercatori; un cluster di ricerca che fornirà periodicamente informazioni approfondite sugli sviluppi della ricerca in materia di ambiente, produzione alimentare e implicazioni cliniche e fornirà un punto di accesso alle informazioni per le parti interessate, i principali responsabili delle decisioni e la popolazione".

"Si tratta di un progetto molto interessante - ha sottolineato Beatrix Grubeck Loebenstein dell'Università di Innsbruck - e rappresenta una sfida importante per tutti e tre i territori. Si tratta di un tema strategico, in quanto riguarda la salute dei nostri cittadini con una prospettiva nuova, che è quella di capire come i prodotti e in generale l'alimentazione possano avere effetti su di essa".

Carlo Pedrolli, dietologo dell'Azienda provincia per i servizi sanitari di Trento, ha evidenziato l'attenzione del progetto ai prodotti locali, come base di un adattamento al modello mediterraneo di una dieta da sottoporre ad attento studio. 

Peter Robatscher del Centro di Laimburg ha spiegato che i quattro partner di progetto altoatesini (Ospedale di Bolzano, Libera Università di Bolzano, Eurac e Centro di Sperimentazione Laimburg) esamineranno in un approccio interdisciplinare i seguenti aspetti: gli effetti delle influenze ambientali sul sistema di gestione sostenibile del bestiame all'aperto; la riduzione dell'incidenza dell'obesità in persone che seguono una dieta a base di prodotti provenienti dall'Euregio; l'influenza del suolo sulla crescita e la qualità di piante e animali in agricoltura e zootecnia; l'analisi della composizione e valutazione dei nutrienti salutari negli alimenti utilizzati.

Il progetto si concentra sulla produzione sostenibile di alimenti provenienti dall'Euregio che, con il loro alto valore nutrizionale, possono aiutare a condurre uno stile di vita più sano. Obiettivo principale sarà sviluppare, attraverso un approccio scientifico, strategie innovative per la produzione sostenibile di alimenti locali.

Nella stessa giornata della presentazione si è svolto il seminario: 'La versione alpina della dieta mediterranea. Salute e territorio nello stesso piatto'.

"Il progetto Efh – ha detto Marino Niola, direttore di MedEatResearch dell'Università di Napoli, durante il suo intervento - consente di coniugare le vocazioni del territorio con evidenze scientifiche emerse dagli studi sulla dieta mediterranea", stile di vita proclamato dall'Unesco nel 2010 patrimonio dell'Umanità e fondato sugli alimenti simbolo della triade mediterranea, cereali, olio e vino.

"Si può aderire al modello ecosociogastronomico di questa dieta anche vivendo sulle Alpi" ha proseguito Elisabetta Moro, codirettore di MedEatResearch.