Supera i 4,4 milioni di quintali la produzione 2012 di uva dei 19.000 soci del comparto vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Emilia-Romagna (oltre 1.200 addetti per un volume d'affari vicino ai 600 milioni di euro), raggruppati in 31 cantine sociali che rappresentano più del 55% dell'intero raccolto regionale. Rispetto all'anno scorso si è verificato un calo dello 0,81%.

 

Il presidente Giovanni Bettini sottolinea le differenze, anche sensibili, riscontrate lungo la Via Emilia: se ad esempio nelle aree collinari sprovviste di irrigazione si sono registrati cali produttivi anche significativi, nella provincia di Reggio Emilia si è riscontrato un aumento del 4,6%, mentre in quella di Piacenza la produzione ha subito una contrazione del 19%, passando da 153.000 a 124.000 quintali.

 

"Un dato – spiega il responsabile regionale del Settore vitivinicolo della Federazione, Ivo Guerralegato alla violenta grandinata che in luglio ha colpito i vitigni di Pinot Nero, Ortugo e Malvasia nel piacentino. In diminuzione, ma decisamente più contenuta (-7,3%), la produzione anche in provincia di Bologna, dove il conferimento ha raggiunto i 271.000 quintali; ancora più ridotta la contrazione in provincia di Modena, dove la produzione ha sfiorato i 670.000 quintali (-3,2% rispetto al 2011)".

 

Nelle altre province dell'Emilia-Romagna il raccolto ha invece mostrato un incremento, seppur molto variabile da una zona all'altra.
"L'aumento minore si è registrato in provincia di Forlì-Cesena, dove l'uva trasformata si è attestata sui 496.000 quintali (+0,1%), e di Ravenna, dove i conferimenti hanno superato quota 1.700.000 quintali (+0,4%) – prosegue Guerra –  Più elevato, infine, l'aumento della produzione di uva trasformata dalle cantine sociali di Fedagri in provincia di Reggio Emilia, passata da 1.090.000 a 1.141.500 quintali (+4,6%)".

 

Per quanto riguarda la qualità, Guerra sottolinea il livello "particolarmente elevato" ed il buon equilibrio delle componenti organolettiche: "Le alte temperature e l'assenza di precipitazioni hanno infatti aumentato la qualità degli acini, preservandoli dalla presenza di muffe e parassiti".

 

"Nonostante la crisi economica globale che incide pesantemente sugli acquisti – conclude Giovanni Bettini – la campagna di commercializzazione si apre all'insegna del cauto ottimismo, anche in considerazione delle ridottissime giacenze di vino presenti nei magazzini italiani. E quindi, dopo le delusioni registrate negli ultimi mesi in molti settori agricoli, il comparto vitivinicolo potrà con tutta probabilità garantire ai produttori una buona soddisfazione e una giusta remunerazione economica, confermandosi ancora una volta un importante punto di riferimento per le aziende produttrici anche nei momenti di crisi".