“La strada per consegnare al vino italiano un ruolo da protagonista è quello di aggredire i mercati stranieri. I segnali ci sono tutti: clima di fiducia delle imprese, aumento dell’export e possibilità di sfruttare le risorse per la promozione”, così il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini commenta la crescita delle esportazioni di vino italiano nel 2011 a margine dell’inaugurazione a Verona della fiera del Vinitaly, il più importante appuntamento per operatori e appassionati di vino italiano.
Le vendite di vino all’estero hanno superato nel 2011 quota 4,4 miliardi di euro, con un incremento del +12,4% rispetto al 2010. Stesso andamento anche per quanto riguarda i volumi, che hanno raggiunto 23,5 milioni di ettolitri (+9,4% rispetto al 2010).
“A trainare le vendite oltre confine – spiega il presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative - sono soprattutto i Paesi terzi, che hanno superato la soglia dei 2 miliardi di euro (+13,6%) contro i 2,34 miliardi di euro (+11,4%) della quota di vini destinati al mercato europeo”.
Il primo mercato in valore, con un volume d’affari di 948 milioni di euro, restano gli Stati Uniti mentre la Germania mantiene il primato del mercato in termini di volume, con oltre 689 milioni di litri importati dalla sola Italia.
“I nuovi mercati – spiega ancora Orsi – si confermano essere quelli a maggiore tasso di crescita della domanda dei vini italiani. Incrementi straordinari, infatti, derivano dagli scambi con Cina (+64,5% in valore), Nigeria (47,1%), Hong Kong (44,4%), Sud Africa (+37,2%) e Giappone (+18,6) dove negli ultimi 3 anni si è investito molto in promozione grazie ai cofinanziamenti stanziati dalla Comunità Europea e del Mipaaf a sostegno delle imprese europee ed italiane. Lo stesso vale per Stati Uniti (+14,6%) e Russia (+13,9%) che confermano il loro trend positivo iniziato nel 2010. Tra i Paesi dell’area euro, il principale incremento è quello della Francia (+25,7%), seguita a distanza dalla Germania (+8,2%)”.
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