Le ultime vicende legate agli operatori dell’indotto agricolo evidenziano alcune lacune strutturali nella filiera del settore, ed è per questo che diviene necessaria l’adozione di un piano nazionale agricolo.

"La crisi che ha già portato alla chiusura di circa il 28%  delle aziende agricole negli ultimi due anni e ad una diminuzione del reddito del settore pari ad oltre il 20% - dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – non può più essere sottovalutata. Gli operatori dell’indotto hanno bisogno di risposte urgenti, ma nel contempo di strategie di sviluppo in grado di dar loro nuove prospettive".

"La misura economica voluta dal  Governo – continua Tiso – ha di fatto portato ad un ulteriore aumento dei costi di manodopera, assicurativi e previdenziali, di fatto dando nuovo sostegno al lavoro nero. Fino a che i meccanismi legati al settore continueranno ad essere tanto farraginosi quanto complessi, sarà difficile dar vita ad una nuova stagione “verde”, essenziale non solo per il settore agricolo, ma per l’economia dell’intera penisola".

"Le manifestazioni di questi giorni da parte dei lavoratori del settore non sono la causa di un’emergenza improvvisa, ma di una problematica annunciata e sottovalutata dalla politica. E’ necessario evitare che questo stato di crisi degeneri, ed è per questo – conclude Tiso – che serve immediatamente un piano nazionale agricolo".