“E' allarme per il via libera alle frontiere al traffico, fino a 100 milioni di litri, di olio proveniente da paesi extracomunitari da importare per essere lavorati ed imbottigliati in Italia, con il rischio concreto che vengano "spacciati" come olio made in Italy nel mondo".
E' la Coldiretti a dirlo e a ricordare gli effetti dell'eventuale autorizzazione della procedura comunitaria di traffico di perfezionamento attivo (Tpa), che consente la temporanea importazione di oli stranieri da lavorare ed imbottigliare in Italia per poi esportarli fuori dall'Europa.
Secondo la Coldiretti non ci sono le condizioni per l'autorizzazione al traffico di perfezionamento attivo prevista dal Reg. (Ce) n.993/2001 tenuto conto che tale procedura dovrebbe essere giustificata dalla presenza di particolari situazioni di mercato come differenziale di prezzo elevato tra prodotto comunitario e quello dei paesi terzi che, al momento, non si è verificato. Al contrario, aggiunge la Coldiretti, l'apertura delle frontiere provocherebbe un ulteriore crollo dei prezzi alla produzione che, di fronte a costi di produzioni in costante aumento, aggraverebbe il pericolo di abbandono degli oliveti.

Cia: “Tpa, un grosso colpo al made in Italy”
"Reiterare l'autorizzazione della procedura comunitaria di traffico di perfezionamento attivo (Tpa), significa mettere, infatti, a rischio la tipicità e la qualità dei nostri prodotti sui mercati mondiali", a sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale esprime netta contrarietà al provvedimento che aprirebbe ancora di più le nostre frontiere all'invasione di produzioni straniere, aggravando ulteriormente la già difficile situazione del settore olivicolo. Oltretutto, possono esserci, afferma la Cia, anche fondati rischi di comportamenti fraudolenti favoriti dalla possibilità di aggirare la norma sull'obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta, che in Italia ha permesso un'efficace tutela delle produzioni nostrane.