L’agricoltura sta vivendo la crisi più grave degli ultimi venti anni. Di fronte alla gravità della situazione, è urgente che le istituzioni intervengano a tutti i livelli, sia adottando misure straordinarie per evitare la chiusura di migliaia di imprese agricole, sia mettendo a punto una strategia di lungo respiro che ponga le condizioni per la competitività del settore. Da queste considerazioni nasce la mobilitazione a livello nazionale che, a Torino, ha visto insieme Confagricoltura e Cia. Con quattromila agricoltori di tutte le provincie del Piemonte che hanno sfilato per le vie della città.

A Torino Confagricoltura ha ribadito che intervenire per salvare l’agricoltura vuol dire non solo salvaguardare il reddito e l’occupazione di centinaia di migliaia di operatori agricoli e dell’indotto, ma anche preservare il patrimonio culturale, paesaggistico, ambientale che l’agricoltura rappresenta quale fattore di competitività del sistema Paese.

Dalla Finanziaria 2010, invece – evidenzia l’Organizzazione - sono arrivati solo tagli: azzerati il fondo di solidarietà e il piano irriguo nazionale, mentre sono a rischio gli sgravi contributivi per le aree montane e svantaggiate e le agevolazioni per il gasolio agricolo. Nessun provvedimento nell’ambito delle misure contro la crisi è stato deciso per il settore, mentre sono stati bloccati tutti i fondi per lo sviluppo dell’agricoltura, lasciata a se stessa, senza politiche di incentivo per il futuro.

“E’ necessaria una radicale semplificazione degli adempimenti - ha detto il presidente Federico Vecchioni nel suo intervento dal palco a Torino -. Tra poco saranno più i colletti bianchi a predisporre le pratiche burocratiche che gli aratri nei campi”.