La crisi economica sta costringendo sempre di più le famiglie europee a risparmiare sui generi alimentari e soprattutto sull'acquisto di frutta e verdura. E' quanto emerge da una ricerca condotta dall'Ecpa (European crop protection association) in collaborazione con Agrofarma - Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica - su un campione di oltre 5mila cittadini europei. Dall'indagine emerge in evidente calo anche il consumo di ortofrutta biologica a causa del prezzo maggiormente elevato rispetto ai prodotti provenienti dall'agricoltura tradizionale.
 
In particolare, il 72% del campione intervistato ha dichiarato che il prezzo è diventato il fattore più importante, al momento dell'acquisto, rispetto allo scorso anno. Un cittadino su cinque (pari al 20% del totale) dichiara invece di acquistare meno frutta e verdura rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
"Gli agrofarmaci svolgono un ruolo chiave per produrre cibo quantitativamente sufficiente e qualitativamente sano: ciò consente di garantire a tutti i cittadini la possibilità di acquistare le quantità di frutta e verdura necessarie ad una dieta equilibrata, ricca di vitamine e a prezzi accessibili - dichiara Luigi Radaelli, presidente di Agrofarma - questo è ancora più importante se si osserva la grande differenza tra i prezzi pagati agli agricoltori per le loro produzioni e il costo finale che frutta e verdura raggiungono sugli scaffali della distribuzione. Il serio rischio che si corre in questa situazione è che gli agricoltori abbandonino le produzioni agricole italiane, favorendo l'importazione. In questo modo si aggraverebbe ulteriormente la nostra bilancia commerciale e si rinuncerebbe al livello di sicurezza alimentare raggiunto oggi dal nostro paese".
 
Per quanto riguarda gli acquisti di frutta e verdura biologica, il 26% dichiara di aver acquistato meno prodotti a causa del prezzo troppo elevato, benché quasi uno su tre (29%) dichiari di non acquistare affatto cibo biologico. "Gli agrofarmaci sono una delle risposte decisive alla crescente domanda mondiale di prodotti alimentari - aggiunge Radaelli - soprattutto se si considera che la Fao ha stimato che la produzione agricola dovrà crescere del 70% entro il 2050 per sostenere un aumento demografico mondiale del 40%. Al momento si stima infatti che senza gli opportuni trattamenti fitosanitari il 61% dei raccolti europei andrebbero distrutti a causa di parassiti e di altri agenti patogeni".