Il vino italiano piace a tutto il mondo: per l'Italia costituisce il secondo comparto agroalimentare in ordine di fatturato (10.700 miloni di Euro nel 2006 – fonte Federalimentare) ed è al primo posto nell’esportazione a livello mondiale. Di questo e di altro si è parlato al convegno nazionale “Valori e valore del vino italiano – la parola alla filiera” organizzato da Bayer CropScience in Italia con il patrocinio di istituzioni e associazioni, tra cui il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv).

Il buon andamento delle esportazioni del vino italiano negli ultimi anni si spiega con la notorietà e la credibilità di cui gode il made in Italy nel mondo, che punta non tanto sull’offerta di un vino, ma piuttosto di un contesto culturale, fatto di storia, territorio, vitigni autoctoni, che non può essere imitato. 
L’Italia rappresenta quindi per il vino di casa nostra una garanzia implicita di qualità su cui puntare per affermarsi sui mercati: se da una parte infatti, l’analisi dei numeri a livello globale mostra un trend positivo della produzione e del consumo di vino fuori dai confini europei, dall’altra si sta assistendo in Italia, come in altri Paesi dell’Unione, ad una forte contrazione del mercato interno, mentre la concorrenza dei ‘nuovi produttori’ di vino quali California, Australia, Sudafrica e Cile, è sempre più presente. 

“Bayer CropScience pone grande attenzione alla filiera vitivinicola italiana - ha commentato Frank Terhorst, amministratore delegato di Bayer CropScience Italia - sviluppando nuove soluzioni tecniche e finalizzando incontri con gli attori della filiera per concertare insieme una risposta concreta alle esigenze di mercato e di consumo”.
Il legame dei produttori italiani con il territorio ha dato origine ad una vera e propria cultura della vite e del vino, chiave vincente dell’affermazione del prodotto italiano sui mercati esteri. “Far conoscere e valorizzare in chiave innovativa questa cultura è l’obiettivo che ha spinto Bayer CropScience a realizzare la collana editoriale “Coltura&Cultura” , ha detto Renzo Angelini, direttore marketing -. Il volume è destinato sia agli operatori del settore sia al mondo della ricerca e dell’istruzione e si propone inoltre come uno strumento utile per aiutare il lettore a operare scelte consapevoli. E’, infatti, sempre più sentita dai consumatori la necessità di rassicurazione sulla naturalità e la genuinità dell’intero processo produttivo del vino, di cui oggi è spesso difficile seguire le tracce”. La collana prevede la realizzazione di 12 volumi e il convegno è stato l’occasione per presentare il nuovo libro “La Vite e il Vino”.
Gli argomenti sono raggruppati in sezioni e specifici capitoli, attinenti alla produzione e alla trasformazione dell’uva, nonché alla commercializzazione dei prodotti derivati dalla vite. Storia, cultura, paesaggio si intersecano nella trattazione di temi scientifici e di argomenti tecnici, che coinvolgono il lettore grazie alla forma di presentazione dei testi, arricchiti da immagini e da quadri sinottici che rendono l’opera facilmente consultabile per quanti intendono immergersi nel fascino che la storia passata e presente ha donato alla cultura della vite e del vino.