Il mercato della terra manifesta un modesto aumento delle quotazioni in presenza di una attività di compravendita piuttosto contenuta. Secondo l'Indagine annuale sul mercato fondiario - realizzata come di consueto delle sedi regionali dell'Inea - nel 2006 si è verificato un aumento dei prezzi dello 0,8% in media a livello nazionale con differenze piuttosto marcate da regione a regione. La frenata dei prezzi, già evidenziata a partire dal 2005, sembra aver colpito in particolare le regioni del nord-est dove i prezzi sono addirittura diminuiti, anche se in misura limitata, per il secondo anno consecutivo. Contrariamente a quanto è accaduto nell'ultimo decennio, invece si sono registrati dei aumenti nelle regioni del Mezzogiorno (+2%). L'analisi per zone altimetriche conferma che la parziale flessione riguarda le zone della pianura padana dove i prezzi avevano raggiunto livelli molto alti negli ultimi anni e, quindi, ora sembrano risentire per prime del rallentamento delle attività di compravendita. Il confronto con il tasso di inflazione evidenzia per il secondo anno consecutivo una contrazione dei valori in termini reali. A livello nazionale, il prezzo medio della terra in termini reali continua a presentare valori inferiori a quelli registrati all'inizio degli anni '90, ma il dato nazionale nasconde un netto divario tra alcune regioni del nord e del centro in cui il prezzo in termini reali è aumentato del 10-30% e le regioni meridionali dove il prezzo è inferiore del 10-35% rispetto al 1990.