"I piccoli e medi pastifici chiuderanno se la situazione non cambierà: serve una comunicazione corretta che smetta di considerare l’industria della trasformazione causa degli aumenti. Se esistono 'colpe', sono imputabili a congiunture internazionali, non ai pastai. Occore cercare un confronto con tutti gli operatori del mercato e l’ascolto del Governo". Queste le conclusioni dei pastifici riuniti ad APIndustria di Brescia, ieri, in un incontro organizzato da UnionAlimentari-Confapi, Unione nazionale della piccola e media industria alimentare per fare il punto sul rincaro semola-pasta. Alla riunione, presieduta dal presidente nazionale UnionAlimentari, Renato Bonaglia e dai presidenti del settore pasta, Massimo Andalini e del settore pane e sostitutivi, Giorgio Zubani, è intervenuta una delegata di Federconsumatori, cogliendo l’invito a partecipare all’incontro che UnionAlimentari aveva allargato ad altre associazioni dei consumatori. “L’opinione pubblica deve capire che la crisi delle materie prime si riverserà su di noi, industrie di produzione e, per quanto riguarda la pasta, l'aumento di prezzo inciderà di pochissimo sul reddito delle famiglie. Chiediamo un aiuto al Governo perché vari misure per la nostra 'conservazione' e un confronto con gli operatori del mercato, in primis i consumatori”, ha detto Andalini. Preoccupazione per l’annuncio del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro di congelare i prezzi dei prodotti più sensibili fino a fine anno. “Noi della produzione saremo convocati dal ministro il 20 settembre: UnionAlimentari riporterà il malcontento dei piccoli e medi pastifici e farà presente che una simile misura, se applicata, creerà benefici di breve termine e poco rilevanti. A discapito di tutti quei consumatori che lavorano in molti pastifici e che saranno costretti a chiudere i battenti”.