Giovedì 13 settembre lo sciopero della pastasciutta. "I piccoli e medi pastai di UnionAlimentari-Confapi, Unione nazionale della piccola e media industria comprendono il malcontento dei consumatori per gli aumenti che graveranno sui budgets familiari, ma la pasta non può essere il simbolo della protesta. E' falso dire che il suo rincaro è ingiustificato e i dati relativi alla pasta presentano imprecisioni". Così il presidente del settore pasta UnionAlimentari, Massimo Andalini: “Non si può parlare di incidenza percentuale della materia prima sul costo finale (si parla di 10-30% di incidenza) perché la semola incide in modo assoluto sul costo di produzione finale. Se dal 2006 ad oggi il suo prezzo è aumentato di 0,16 €/Kg (0,24 €/Kg il prezzo medio della semola nel 2006, 0,40 €/Kg il prezzo odierno) oggi i pastai sostengono un costo netto superiore a 0,16 euro per produrre 1 kg di pasta. Fatto salvo che il prezzo al consumo della pasta è rimasto stabile negli ultimi 10 anni (fatta base 100, l’aumento del prezzo al consumo, dal 1995 ad oggi, è stato solo di 8,1 punti, contro un rialzo medio del paniere Istat di 26 punti. Fonte Istat) e che l’aumento del costo di produzione era imprevedibile, è chiaro che i pastifici non hanno i margini per assorbire il rincaro semola, se non con un aumento di 0,16 €/Kg del prezzo del prodotto finito, pari al rincaro della materia prima”. Il prezzo del grano è passato da 0,23 €/Kg nel 1985 a 0,22 €/Kg oggi. "Parlare di prezzo del grano è errato: la pasta è prodotta con la semola e il suo prezzo è distinto da quello del grano tenero. Oggi i pastai acquistano la semola a un prezzo di 0,40 €/Kg. A ottobre si parla di 0,46 €/Kg. Si tratta di dati ufficiali reperibili dalla Borsa Granaria di Milano e dalla Borsa Merci Bologna”. “Comprendiamo la preoccupazione dei consumatori, ma infierire su una categoria in crisi che non ha potere d’intervento sul prezzo della semola, unica causa del rincaro pasta (il prezzo della semola deriva da quotazioni internazionali) non serve. Penso che i piccoli e medi pasta siano più interessati a sopravvivere piuttosto che a speculare”.