Alla sua 14esima edizione, Vinexpo conterà su 41.000 mq di superficie e su ben 4.200 espositori provenienti da ogni parte del mondo. I 50.000 visitatori accolti nel 2005 si pensa quindi possano aumentare per numero e qualità nel 2007, anche grazie al grande successo della promozione svolta soprattutto nei Paesi dell’Estremo Oriente.
Un nuovo spazio, allestito a bordo lago, ospiterà inoltre prestigiose case produttrici quali Rothschild, Concha y Toro, Taittinger, Gallo Winery. Il cosiddetto “Club du Lac” raccoglierà quindi un potenziale attrattivo di prim’ordine per un pubblico che si dimostra, edizione dopo edizione, sempre più qualificato e interessato.
Dall’Italia la principale novità è rappresentata dal ritorno dell’Istituto Commercio Estero alla manifestazione francese, la quale si prefigge di avere nel 2007 anche un ruolo didattico di alto profilo, dando vita ad una sezione dedicata al marketing dei vini di qualità denominata “Marketers by Vinexpo”: il vino non è infatti solo produzione, bensì, come ben insegnano i cugino d’Oltralpe, è anche marketing, cioè la capacità di portare sul mercato, in modo efficace e professionale, i risultati degli sforzi di agronomi ed enologi.
Vinexpo ha infine commissionato due interessanti studi di settore: il primo, della britannica IWSR/GDR, ha analizzato l’evoluzione dei consumi mondiali di vini ed alcolici in genere dal 2001 in avanti, producendosi anche in una previsione sull’arco dei prossimi 3 anni. Il secondo, della società BVA, ha invece sviscerato i nuovi trend di consumo espressi soprattutto dai giovani (età compresa tra i 20 ed i 25 anni). I risultati di queste indagini statistiche saranno resi pubblici dal mese di marzo.
Per intanto, una golosa anteprima rivela un trend in crescita dei consumi che fa raggiungere al volume mondiale quota 227.881 milioni di ettolitri, con una prospettiva di sfiorare i 240.000 per il 2010. I vini fermi rappresentano sempre la parte preponderante dei consumi, con una percentuale che sfiora il 90% sul totale. Nel 2010 saranno gli Stati Uniti a reggere lo scettro dei primi consumatori al mondo, seguiti dall’Italia e dalla Francia, le quali perderanno quindi lo storico trono dei più fedeli seguaci del Dio Bacco.
Interessanti paiono infine i volumi in crescita per i Paesi dell’Europa orientale e dell’Estremo Oriente, nuove frontiere commerciali per i produttori del Vecchio Continente.
I gusti dei consumatori si evincono anche dai prezzi: si mantiene infatti ampiamente preponderante il consumo delle bottiglie aventi un costo inferiore ai 5 $, anche se crescono lentamente i volumi acquistati di bottiglie aventi prezzi compresi tra 5 e 10 $ e superiori ai 10$.
I vini rossi si mantengono in testa ai consumi anche nel 2005, con 106.000 milioni di ettolitri contro i “solo” 86.000 milioni dei bianchi. Una leggera impennata la mostrano invece i vini rosé, che raggiungono i 19.000 milioni di ettolitri.
Anche la provenienza dei vini acquistati mostra un lento ma inarrestabile spostamento in linea con la globalizzazione: mentre il consumo di vini “domestici” aumenterà dell’1,82%, quello dei vini importati si prevede salga di ben il 14,65% entro il 2010.
Note tristi per l’Italia: la produzione è calata dai 52.293 milioni di ettolitri del 2001 ai 50.500 milioni del 2005, con una previsione ulteriormente al ribasso per il 2010: 49.250 milioni, infrangendo così in picchiata la soglia psicologica dei 50.000 milioni di ettolitri.
La qualificazione delle nostre produzioni lascia però guardare al futuro con un occhio ottimistico: produrre di meno può non significare nulla se la qualità delle produzioni è nei fatti ampiamente migliore rispetto al passato, permettendo di spuntare sui mercati prezzi sempre e comunque interessanti.
L’appuntamento coi vini, e coi numeri ad essi legati, viene quindi fissato a Bordeaux, a giugno,
con il prudente consiglio di portarsi anche qualche blasfema bottiglietta di acqua minerale fresca: non si sa mai.