Sono così state elaborate formulazioni che, oltre a risolvere il problema con la loro applicazione, devono avere “retroazioni” positive, mai sottovalutabili, in grado di arrivare a ottimi effetti di nutrizione.
Per il suo considerevole contenuto in zolfo, l’Urea Solfato si è rivelata un prodotto ideale nel regolare il pH e nell’abbassare la salinità delle acque.
Su tutte le superfici campionate sono stati ottenuti risultati formidabili. In più, l’Urea Solfato fornisce un importante contributo di azione disincrostante dovuto alla sua acidità.
Le necessarie applicazioni sperimentali sono state organizzate e condotte in provincia di Matera, nella zona di Poliporo.
Le prime risposte provengono dalla coltivazione della fragola in un contesto di elevata salinità del terreno che impediva lo sviluppo delle giovani piante anche a un mese dalla ripresa vegetativa.
A distanza di 48 ore dal trattamento, in fertirrigazione alla dose di 2 kg/1.000 mq, con una concentrazione massima del 2‰, le piante già mostravano segni di ripresa, producendo nuove foglie, fiori e frutti.
Questo ha permesso di stabilire che il miglior impiego dell’Urea Solfato lo si ottiene con interventi a bassi dosaggi, ripetuti più volte durante la coltivazione in modo da acidificare e migliorare le caratteristiche fisico-chimiche della zona di terreno interessata dalla maggior presenza di radici.
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Fonte: Agronotizie