Nella lettura svolta presso l’Accademia dei Georgofili, il prof. Giorgio Provolo ha evidenziato come la zootecnia negli ultimi anni abbia conosciuto un rilevante sviluppo per la modernizzazione delle tecnologie impiegate, l’aumento delle competenze professionali degli operatori, gli stimoli provenienti dal mercato e dai consumatori in materia di igiene e salubrità delle produzioni. 

Negli ultimi decenni si è assistito anche a un notevole cambiamento nella realizzazione delle strutture di stabulazione per bovini da latte di pianura. Contemporaneamente, la modifica del sistema di alimentazione e la selezione genetica hanno molto incrementato la produzione unitaria delle vacche da latte, portando la produttività di questi allevamenti ai valori più alti in campo internazionale, con le conseguenti maggiori esigenze e criticità per gli animali allevati. 

Le strutture di stabulazione sono state tuttavia considerate come elementi poco significativi nel contribuire alla buona riuscita dell’allevamento, nonostante la copiosa ricerca in merito. 

Le stalle spesso derivano da costruzioni riadattate e recuperate da fabbricati esistenti ed è frequente trovare allevamenti con edifici realizzati con criteri progettuali legati più alle disponibilità di aree edificabili in azienda, che alla reale funzionalità per gli animali. Anche le nuove strutture non tengono sempre conto di alcuni aspetti progettuali che sono essenziali per garantire il benessere degli animali.  

La funzione prioritaria delle strutture di stabulazione per bovine da latte è di permettere all’animale di vivere nelle migliori condizioni ambientali possibili. Il ruolo delle stalle non è solo limitato a riparare delle intemperie invernali, ma soprattutto a riparare gli animali dal caldo e dall’irraggiamento solare diretto.