Il caso della mozzarella “blu” prodotta in Germania, con il relativo sequestro da parte dei Carabinieri dei Nas di Torino di 70mila confezioni contaminate, riapre con forza il dibattito sulla sicurezza alimentare. “Purtroppo in Italia – dichiara il presidente di Aia Nino Andena – occorre sempre un evento di cronaca come quello della mozzarella tedesca per guardare in faccia alla realtà, anche se
Basta una semplice analisi di laboratorio e in poche ore i tecnici dell'Aia sono in grado di identificare le mozzarelle tarocche, che spesso troviamo nei punti vendita a 2.5-3 euro/kg, distinguendole da quelle prodotte con vero latte, che, conti alla mano, difficilmente possono arrivare al consumatore finale ad un prezzo inferiore ai 6,5-7 euro/kg.
“Ma il sistema allevatori – continua Andena - grazie alla sua capillare presenza sul territorio nazionale, non si limita alla semplice analisi di laboratorio e riesce anche ad offrire un controllo di filiera, dalla stalla alla tavola, per garantire al consumatore l'origine italiana del prodotto. Un percorso qualità che viene testimoniato dal marchio “Italialleva”, che oggi viene apposto su centinaia di referenze, dalla carne ai formaggi, dai salumi alle mozzarelle”.
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Fonte: Aia